I veneti Valter e Martina fanno il trucco alle grandi star di Hollywood

Parlano padovano gli specialisti degli effetti speciali.

Da Joker ad Harry Potter, la ricerca è continua

Massimo Tonizzo
I make-up artists padovani Valter Adam Casotto e Martina Sandonà
I make-up artists padovani Valter Adam Casotto e Martina Sandonà

Pochi (forse) lo sanno, ma nel mondo del cinema se c’è da rivolgersi a una eccellenza nel campo del trucco e degli effetti speciali, è necessario fare una telefonata a Padova. L’alieno di “Prometheus”, la faccia di Heath Ledger in “Batman”, i trucchi dei volti di “Harry Potter sono solo alcuni degli esempi delle capacità creative che da anni sono fornite da Skintxt, la ditta specializzata veneta che ha deciso di mostrare alcune delle sue principali creazioni al grande pubblico nel corso della Mostra del Cinema.

Così lunedì 2 settembre, per poco meno di un’ora, la sala della Regione Veneto all’hotel Excelsior si è trasformata in una stanza dei trucchi, con ampie spiegazioni su come si può ancora lavorare in Italia su un artigianato di altissima qualità, coniugandolo però con le più recenti tecniche digitali e con l’intelligenza artificiale.

Chi sono le star del trucco

Artefici del tutto, Valter Adam Casotto, designer di make-up prostetico, vincitore del David di Donatello 2016 per “Il Racconto dei Racconti” di Matteo Garrone e Martina Sandonà Makeup Artist – Special Makeup FX Artist che, forti di una pluriennale esperienza estera, hanno deciso di mettere radici nel padovano, dove progettano e realizzano special make-up effects per produzioni cinematografiche e televisive che, oltre alle tecniche tradizionali di progettazione e realizzazione di special make-up effects, utilizzano nuove tecnologie come fotogrammetria, scultura e stampa 3D, semplificando e accelerando i processi produttivi, garantendo lo standard internazionale che mettono poi al servizio di produzioni cinematografiche e televisive.

«Non pensate più, però, ai vecchi metodi come il lattice», spiega Martina. «Quello che si usa adesso è principalmente il silicone di platino, più morbido e soprattutto più performativo per le inquadrature ravvicinate. Per questa tipologia di lavoro si potrebbe quasi parlare di una forma di arte iperrealista».

Le loro idee sono molto chiare: «Vorremmo formare sul territorio un progetto concreto che si sviluppi anche nel futuro, per creare maestranze e lavoro anche per le produzioni italiane, che stanno riscoprendo l’horror ed il fantastico. La nostra ricerca è continua per un miglioramento costante, e non temiamo l’avvento dell’intelligenza artificiale, anzi siamo pronti ad integrarla nel nostro lavoro»

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