Monet stregato da Rouen: dipingeva la cattedrale da un negozio di lingerie
La capitale culturale di Normandia colpisce per le sue pittoresche case a graticcio, per i luoghi del martirio di Giovanna d’Arco e per il Museo delle Belle Arti, scrigno d’arte impressionista
Una facciata che è una “pagina di pietra”, una pagina che racconta in silenzio la città. Ieratica, seducente, solenne.
E’ la facciata tutta ricami della cattedrale di Notre Dame di Rouen, scrigno di tesori d’arte e di storie che tengono con il fiato sospeso. Come quella di Rollone, passato alla storia anche come Rollo, il vichingo arrivato dalla Scandinavia come un razziatore e che nel 911 con il Trattato di Saint-Clair-sur-Epte è protagonista della nascita del Ducato di Normandia e ne diventa il primo Duca.
Frutto dell’accordo di pace con Carlo I, che concedette all’aitante e ambizioso vichingo parte dell’antico regno di Neustria. Così che Rollone divenne il primo sovrano della importante dinastia dei Normanni. E alla fine della sua intrepida vita, in quella grande chiesa, che è la più alta di Francia, trovò poi il riposo eterno, dentro un sepolcro marmoreo degno di un duca, quale era nel frattempo diventato.
Dal vichingo–duca al “corteggiamento” pittorico di Notre Dame da parte del padre dell’Impressionismo
Ma la preziosa e muta “pagina di pietra” che è la facciata di Notre Dame, racconta anche un’altra storia ricca di significato, quella che ha per protagonista Claude Monet, il più grande pittore impressionista: sul finire del XIX secolo per la grande chiesa l’artista perse la testa. Finendo per scegliere di vivere a Rouen un periodo della sua stagione più feconda: due mesi nell’arco di due anni.
Per ritrarre la chiesa in tutti i modi e a tutte le ore del giorno. Ammaliato della sua luce, dalla sua bellezza, dai suoi ghirigori di pietra… Monet chiese il permesso di poter ritrarre la cattedrale dalla finestra al secondo piano dell’edificio di fronte.
Era un negozio di lingerie e di abbigliamento per signore. Chissà cosa pensavano allora le commesse e le clienti del negozio nello scorgere quel pittore dalla lunga barba, immobile davanti alla tavolozza, più intento a lasciarsi rapire dalla chiesa che non a dedicare un’attenzione a loro?
E c’è pure Riccardo Cuor di Leone all’ombra della “Torre del Burro”
La cattedrale di Rouen (imperdibile lo spettacolo di luci e suoni proposto ogni sera quando fa buio) è il condensato di mille anni di storia espressi in arte. Specchio del ruolo e della vocazione della città a confermarsi nel tempo capitale culturale di Normandia.
Una chiesa, felice sintesi del passaggio fra il romanico e il gotico, che presenta una densità d’arte incredibile. Curiosa la storia della Torre del Burro, costruita alla fine del XV secolo, si dice, con le offerte dei cittadini per ottenere il privilegio di poter consumare il burro durante la Quaresima. E poi quell’interno ricchissimo di arte e di monumenti funebri.
La tomba di Rollone presenta una statua marmorea dove il vichingo diventato duca è disteso e mostra un’espressione di appagamento. Accanto c’è pure la tomba di un altro normanno celebre: Riccardo Cuor di Leone, condottiero e duca, poi anche Re d’Inghilterra, famoso per aver guidato alcune Crociate in Terra Santa. In realtà quella tomba contiene soltanto un cofanetto con dentro il suo cuore. Rapisce gli occhi anche la tomba dei Cardinali d’Amboise con i suoi preziosismi artistici.
Vi è nato Gustave Flaubert, l’autore di Madame Bovary
A Rouen nell’800, oltre al pittore Gèricault (uno dei massimi esponenti dell’Impressionismo), nacque anche lo scrittore Gustave Flaubert, quello di Madame Bovary; il padre del realismo nella letteratura francese, autore anche del celebre “”L’educazione sentimentale”.
Due secoli prima vi nacque Pierre Corneille, scrittore e drammaturgo. Anche a lui, come a Flaubert, Rouen ha dedicato un museo. Vi visse per un periodo anche Maurice Leblanc, il “padre” di Arsenio Lupin, che poi scelse Etretat, vicino alle celebri falesie, come dimora del cuore.
Il “Museo delle Belle Arti”, scrigno dell’Impressionismo. E c’è un Caravaggio famoso
Rouen capitale culturale, dunque. E i motivi non mancano. Il Museo delle Belle Arti di Rouen, ospitato in un bellissimo palazzo ottocentesco, con il MuMa di Le Havre, è lo scrigno più ricco di opere dell’impressionismo. Frutto anche di importanti donazioni.
Ambientazioni e allestimenti diversi, ma lo stesso incanto. Vi è rappresentato in modo originale anche il percorso della Senna con le opere create dai pittori impressionisti, ispirandosi in luoghi che sorgono lungo le sue rive.
E fra i capolavori vanno segnalati la famosa “Flagellazione” del Caravaggio, realizzata nel 1607, e la “Vergine fra le Vergini” di Gérard David, dipinta nel 1509.
Tanti i movimenti artistici rappresentati. Attualmente, ed è aperta fino al 22 settembre, è in corso la grande mostra “Whistler, the Butterfly effect”, dedicata alle opere con “effetto farfalla” dell’artista americano Abbott McNeill Whistler che sul finire dell’800 si lasciò contaminare dall’arte giapponese.
Le case che ricordano le fiabe dei fratelli Grimm
Lungo le vie del centro di Rouen si affacciano ancora le case a graticcio risalenti al XV – XVII secolo: sembrano proteggere l’anima di questo luogo lambito dalla Senna; fiume che poi sfocia nell’Atlantico a Le Havre.
Case salvatesi miracolosamente dalle distruzioni causate dalle bombe durante la seconda guerra mondiale. In città ne restano circa duemila, quelle di Rue St.-Romain ricordano le fiabe dei fratelli Grimm. A St-Maclou fanno da cornice all’omonima chiesa, bell’esempio di gotico fiammeggiante.
A destra si apre l duecentesca Porta dei Librai. Il centro propone anche chiese più recenti, come St-Ouen, famosa per le sue vetrate. Un’architettura elegante sfoggia il Palazzo di Giustizia, al cui esterno è stata recentemente portata alla luce la Maison Sublime, il più antico monumento ebraico di Francia.
Giovanna d’Arco, qui tutto ricorda il suo martirio
Rouen ricorda anche il martirio di Giovanna d’Arco, messa sul rogo il 30 maggio 1431 per un’accusa di eresia, su cui poi la Chiesa dovette colpevolmente ricredersi. Tanto che quasi cinque secoli dopo, nel 1920, Jeanne d’Arc venne persino proclamata santa dal Papa.
Il museo multimediale “Historial Jeanne d’Arc” realizzato poco lontano dalla cattedrale ripercorre la sofferta storia della pulzella di Orleans, immolatasi a soli 19 anni per la libertà della sua gente.
La santa più famosa di Francia è ricordata anche nella piazza del Vecchio Mercato, dove una colonna indica il luogo del suo martirio.
Formaggi, agnello dei prati salati, cappesante e sidro
E il mercato invita anche all’assaggio di alcune tipicità di Rouen e della Normandia. A partire dai formaggi e dalla cappesante, che qui amano accompagnare al sidro.
La città per la sua ricca gastronomia si è meritata un riconoscimento Unesco. Non mancano pietanze normanne come l’agnello dei prati salati di Normandia, le moules (cozze) preparate secondo i modi della cucina atlantica e, naturalmente, l’impareggiabile burro salato di Normandia.
Va assaggiato anche lo zucchero di Rouen, caratteristici bastoncini dolci. Da segnalare due soste informali: l’Infine Restaurant e il Café Hamlet, che d’estate può contare su uno storico spazio all’aperto.
La torre del Grande Orologio batte i rintocchi della storia cittadina
Nel cuore del centro storico di Rouen c’è un’antica torre dell’orologio, il Gros-Horloge, i cui rintocchi scandiscono la storia da secoli. La tozza torre sembra vegliare sulla vita della città. Il grande orologio, tra i più antichi al mondo, è diventato nel corso dei secoli il simbolo stesso della città, come lo sono tanti altri monumenti insigni, ma anche la luce infinita dei cieli di Normandia.
Ovvero la luce del grande nord, quella stessa che è lo sfondo di tante opere degli Impressionisti. Verrebbe voglia di scrivere una cartolina per catturarne un po’ e trasmetterne l’incanto a chi leggerà la dedica. Verrebbe voglia di dipingere nella mente certe immagini colte lungo le strade e nei musei…
Di ieri e di oggi. Rouen romantica e struggente. Persino poetica, quando la si percorre in bici o lungo la Senna. Come si fa a non cedere alla sua seduzione? A non farsi rapire dal suo fascino senza tempo? Già, è impossibile… Rouen è come un raggio di luce che colpisce il cuore. Di quelli che solo gli impressionisti hanno saputo magistralmente dipingere.
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