Crowley va alla guerra con i suoi fedeli contro All Blacks e Francia e senza strategie di sorta verso i quarti
Bourgoin-Jallieu
L'Italia di Crowley è fatta.
Domani, mercoledì 27 settembre, dallo stadio di Lione l'annuncio della formazione che venerdì 29 (diretta Rai e Sky) affronta la Nuova Zelanda nel terzo turno della poule A del Mondiale.
E' fatta per chiunque abbia assistito all'allenamento tenuto in mattinata nel campo del Bourgoin Jallieu, un club nato nel 1906 con decine di campioni ad avere indossato la sua maglia (citiamo solo Bonnair, Nallet, Morgan Parra, Chabal fra gli altri) cha ospita da 20 giorni il raduno azzurro.
Inutile anticipare l’annuncio ufficiale
Nel gioco delle casacche rivestite dai fratini e degli schemi di gioco provati si è capito che Crowley ha deciso di giocarsi tutte e due le partite restanti senza strategie di classifica (c'è chi ha invocato di puntare tutto contro la Francia e mettere a riposo più titolari possibili contro gli All Blacks! Ricordate?, fu quanto scelto da Kirwan ct azzurro nel mondiale australiano del 2003 e non funzionò perché si perse poi contro il Galles): il tecnico ex estremo degli All Blacks promuove i suoi titolari e tutta la legione straniera (Lamb,Odogwu, Page Relo fra XV iniziale e panchina).
Per Crowley è un mondiale nel mondiale, è arrivato a fine percorso dopo un 2022 culminato con le vittorie a Cardiff e poi Samoa e Australia (passando pure per il tonfo a Batumi): sicuramente si sarebbe atteso una riconferma, poi la Fir ha scelto diversamente.
Approvo la scelta di giocare il tutto per tutto senza ragionamenti di sorta. La pressione è tutta sugli All Blacks di Foster che non possono permettersi di perdere in questo strano mondiale dove già l'Australia è ferita quasi a morte ed è probabile che non passi ai quarti per la prima volta in dieci edizioni mondiali. Così sarebbe per la Nuova Zelanda in una sorta di rovesciamento dei valori con il Nord, o meglio l'Europa a dominare il Sud.
Nove su 10 la partita pende dalla parte All Blacks (negli ultimi 5 incontri con gli Azzurri, l'ultimo quello con Lamaro alle prime fasce da capitano, l'Italia ha rimediato una media di 59/55 punti), ma tanti risultati inediti svelano quasi una svolta del movimento mondiale. Esempio: Fiji made in Figi (ct e tecnici non stranieri, per la prima volta cresciuti in casa, dopo carriere all'estero da giocatori) che sfiorano la vittoria contro il Galles (32-26) mancata per l'ovale caduto di mano a Radrada lanciato in meta all'80'; Portogallo che sbaglia il piazzato della vita, sempre sul filo della sirena, per ottenere la prima vittoria iridata di sempre sulla Georgia (Nazionale che si sgonfia proprio nel mondiale più alla portata per i Lelos), Figi che battono l'Australia (con 7 figiani nelle proprie fila) che perdono pure con il Galles per 40-6, e altri sprazzi di vitalità nelle nazionale di seconda fila.
L'Italia non ha nulla da perdere nell'affrontare a viso aperto le due sfide, al netto degli infortuni così importanti ad esempio per la Francia.
Gustose le dichiarazioni di Faiva a fine allenamento: il 29enne tallonatore è nato in Nuova Zelanda:
"E' la prima volta che affronto la Nuova Zelanda, sarà la prima Haka che vedrò dal vivo, di fronte a me. E' strano viverla così. Non vi aspettiate che vada davanti come fecero quella volta i giocatori maori del Munster davanti agli All Blacks nel test match"
"I miei genitori? tiferanno Italia. I miei amici? 50/50!" ride Faiva "Metà tifano per me e l'altra metà per gli All Blacks. Sarà molto bello vivere una cosa del genere. Fin da quando ero bambino speravo di trovarmi in campo e viverla".
Marius Goosen, sembra fare l'eco del collega della difesa neozelandese Scott McLeod che aveva definito l'Italia una minaccia, e l'unica arma per battere la resistenza azzurra è quella di rallentare le palle in uscita dai punti di incontro.
"Noi giochiamo veloci" dice Goosen "se trasmettiamo veloce il nostro gioco diventa pericoloso. Loro devono per forza cercare di rallentare questa fase".
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