Irlanda, quattro anni di dominio buttati via in una sera per quattro punti di scarto
Quattro anni di dominio e nella sera più triller del mondiale fuori per 4 punti (24-28 il finale fra Irlanda e Nuova Zelanda). L'armata verde esce assieme agli oltre trentamila tifosi che stavano vivendo il sogno mondiale (o una leadership sportiva inedita per un'isola di 5 milioni di abitanti) con una trasferta di massa, sognando e imitando altri tifosi come gli italiani nel calcio a Germania 2006 o a Londra 2020. O come gli stessi neozelandesi (le due isole hanno proprio 5 milioni di abitanti) fieri di girare il mondo sapendo di essere come la ferraristi, i tifosi di un mito.
Hanno cantato sopra l'Haka degli All Blacks per sovrastarla, mentre Sexton e soci formavano un 8 sul campo, il simbolo dell'infinito come risposta ma rispettosa della danza maori. E' un bis di quanto successo a Chicago nel 2016 quando per la prima volta in 110 anni riuscirono a battere allora Kieran Reid e soci.
E' stata la partita più bella del torneo sinora e, dispiace dirlo, con il bis di domenica 15 tra Francia e Sudafrica i due Quarti in scena a Parigi paiono di un'altra categoria.
Due di queste assolute protagoniste vengono eliminate mentre a Marsiglia vanno avanti delle "comprimarie" per quanto visto ed esce dal cappello l'Argentina più brutta degli ultimi 10 anni contro un altrettanto modesto Galles. E oggi si replica fra Figi e Inghilterra al Velodrome, mentre a Saint Denis i Bleus si giocano l'orgoglio nazionale contro gli Springboks.
Il ritmo degli 80 minuti di Marsiglia, con l'acuto finale di Sanchez a chiudere un intercetto per la vittoria dei Pumas, non si possono paragonare a quanto visto allo Stade de France.
Partita meravigliosa, intensa, mostruosa per continuità con sequenze di decine e decine di fasi, difese aggressive e il thiller di un punteggio rimasto appeso a un filo ma sempre per gli All Blacks (10-13, 17-18, 24-25) sino alla fine ma con una grande differenza.
La Nuova Zelanda ha giocato 20 minuti in 14 per due gialli (Smith e Taylor) e nei primi 10 non hanno concesso punti nel periodo.
Certo i gialli si prendono perché la pressione avversaria ti costringe al fallo (a volte professionale a volte del tutto inutile), ma all'Irlanda non è bastato per ammazzare la partita quando doveva.
All Blacks un vero collettivo, nonostante l'età media e gli acciacchi. Anzi è il vecchio Whitelock con 150 cap sul groppone a catturare l'ovale finale a tempo rosso dopo un attacco di 4 minuti e mezzo e fasi impossibili da contare.
Irlanda invece per l'ultima volta dipendente dalle mani di Sexton in regia e in strategia. Ben 5 i calci non piazzati dal capitano per tentare la via della meta spedendo l'ovale in touche. Peccato che i 5 lanci siano stati tutti sporcati o rubati dagli All Blacks, cinque lanci capitali buttati via. E quando Sexton s'è arreso all'evidenza ed ha provato a metterla dentro come gli riesce meglio, l'ovale è sceso sotto la barra dei pali. Segnale di una serata sbagliata.
Come nel caso delle penaltouche, l'Irlanda ha provato a mettere sotto gli avversari nelle poche occasioni in cui le rimesse sono state vinte a un palmo dalla marcatura. Nel primo caso è arrivata la meta di Gibson Park, nel secondo di penalità per crollo della ruck in difesa, la terza invece ha visto i tuttoneri riuscire a tenere alto l'ovale dal terreno.
Eppure che fiammate sugli spalti quando Bundi Aki (neozelandese di nascita) ha bucato la difesa segnando la meta della rimonta e poco dopo c'è stata la citata meta di Gibson Park (anche il mediano è un nativo dell'Oceania).
Ma la squadra di Foster e con capitan Cane eccezionale, come nel caso del placcaggio a mezz'aria di Hansen lanciato in meta o Ardie Savea (player of the match) in una serata di assoluto sacrificio, dove ha rischiato pure di segnare schierato all'ala.
Il colpo del ko psicologico però è arrivato dalì'azione di Mo'unga: buco in prima fase fuggendo fra le mani di Van der Flyer, sprint verticale e scarico per l'ala Jordan. Quasi impossibile riprendersi.
L'apparente fallimentare mondiale per gli All Blacks, Foster e Cane sta diventando un manifesto delle potenze del Sud visto che la prima finale sarà quella con l'Argentina.
Per chi l'ha vista in tivù, avrà potuto apprezzare ogni singolo gesto tecnico. Vista dal vivo la velocità delle azione ha tolto il fiato ai 78mila dello Stade de France. Un'emozione difficile da dimenticare. Una delle partite da mettere sul podio delle più belle di 10 anni di edizioni mondiali.
Irlanda Nuova Zelanda
6' cp Mounga (0-3); 13' cp B.Barrett (0-6); 18' m. Fainga'Anuku tr. Mounga (0-13); 21' cp Sexton (3-13); 27' m Aki tr. Sexton (10-13); 31' m. A.Savea nt (10-18); m. Gibson Park tr Sexton (17-18)
St.
53' m.Jordan tr B.Barrett (17-25); 57' cp nt Sexton; 63' mt tecnica Irlanda (24-25); cp 66' J.Barrett nt; 69 cp J.Barrett da 40 metri (24-28)
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