Mondiale rugby. Fra Inghilterra e Argentina la partita che nessuno vuole giocare
La partita che nessuno vuol giocare, perché sottende una delusione cocente, una semifinale persa, e che non dà alcun incentivo (sino al 1999 almeno regalava una successiva qualificazione mondiale senza turni preliminari) è finita come la prima giocata fra Inghilterra e Argentina quasi 50 giorni fa a Marsiglia: vittoria dei bianchi di Farrell, allora per 27-10, venerdì 27 ottobre invece 26-23 con tanti rammarichi per alcune decisioni arbitrali nella fase finale di rimonta dei Pumas. Se a Marsiglia la sconfitta fu cocente (gli inglesi giocarono in 14 per 75', segnando psicologicamente le sicurezze dei Pumas) la finale per il bronzo di Parigi non ha regalato grande bellezza se non a tratti. Fra le due partite è scorso tutto il mondiale, Inghilterra e Argentina come Nuova Zelanda e Sudafrica che sabato 28 si giocano il titolo, sono le uniche a disputare 7 partite e lungo il percorso si sono perse dietro loro tante candidate ad alzare la coppa, Irlanda e Francia in primis.
E' stata la partita del rompete le righe, dopo 50 giorni di mondiale e almeno quattro mesi di raduni nazionali e test estivi, e l'adrenalina è di certo finita, la concentrazione, le regole e la compattezza che ogni gruppo si dà finiscono per saltare come succede a dei compagni di viaggio che scendano da un treno dopo un lungo tragitto.
E però, dopo un inizio disastroso dei Pumas, venerdì 27 davanti ai 77 mila 674 spettatori dello Stade de France (un parziale di 13-0), Montoya e compagni hanno cominciato a giocare trovando a cavallo dei due tempi le mete per il sorpasso (17-16 con Cubelli al 35' e Santiago Carreras al 43'), ma sempre all'interno di una partita con poca struttura, fatta di gioco rotto e iniziative personali. Tanto che Carreras eroe del sorpasso, un minuto dopo si fa stoppare da Dan un calcio nei 22 con l'ovale che finisce in area di meta dove il tallonatore Dan può schiacciare, peraltro commettendo subito una scorrettezza da rosso colpendo a terra l'estremo Mallia. Sul 23-17 inizia una guerra di mortai e di trincea che per la situazione di punto a punto fa prevedere un clamoroso pareggio.
Qui l'arbitro si rende protagonista di decisioni nelle fasi di mischia chiusa che fanno saltare sulla sedia il ct Cheika (al termine ha fatto intendere che potrebbe essere l'ultima panchina, o forse no, se la Uar dovesse optare per Felipe Contepomi come tecnico) ma quell'ultimo calcio o drop non arriva. Ha una chance Sanchez al 74' ma clamorosamente sbaglia l'ultimo piazzato della sua carriera in albiceleste. Creevy dirà in mix zone che la decisione di piazzare e non di provare la touche per il colpo grosso è stata imposta dallo staff. L'Inghilterra? Partiva più delusa dopo il ko di un punto col Sudafrica in semifinale e non i 44 a 6 di cui erano reduci gli avversari dopo la "cura" All Blacks e per tradizione mantiene più ordine, più strutture. Alla fine Bortwick, che aveva deciso di far giocare chi non era apparso durante il torneo, ha sperimentato addirittura i tre registi con Farrell e Smith a cambiarsi ruolo apertura-estremo a seconda delle situazioni e facendo entrare un altro regista d'ordine come Ford. Le due mete inglesi sono arrivate da uno sfondamento verticale del numero 8 Earl e dal citato calcio stoppato da Dan all'estremo Mailla. E' bastato mantenere il piano di gioco per aver partita vinta. E stavolta Itoje, Farrell, Young (ultima maglia bianca per lui come pure Courtney Lawne, Tuilagi) la medaglia di bronzo non se la sono tolta dal collo.
Argentina Inghilterra 23-26 3' cp Farrell (0-3); 7' m Earl tr. Farrell (0-10); 12' cp Farrell (0-13); 24' cp Boffelli (3-13); 30' cp Farrell (3-16); 35' m. Cubelli tr. Boffelli (10-16) St. 43' m. Carreras tr. Boffelli (17-16); 44' m. Dan tr. Farrell (17-23); 48' cp Boffelli (20-23); 65' cp Farrell (20-26); 67' cp Sanchez (23-26)
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