Rugby Mondiale. Nizza, Giuseppe Garibaldi eroe in Italia e in Uruguay

Dei pericoli della sfida con l'Uruguay (la vittoria dei Los Teros è data 1/13, quella dell'Italia non viene "pagata") e del perché non possiamo considerare un ostacolo reale il XV sudamericano ho parlato nell'articolo uscito sul mattino di Padova e sulla Tribuna di Treviso (che trovate a questo link:

),volevo ricordare l'elemento che sottende ogni evento sportivo fra nazioni, fra squadre che sul petto hanno i colori della bandiera della propria patria: sono delle battaglie, delle guerre simulate, giocate su un fazzoletto di terreno di 100 metri per 60.

E allora vale la pena di ricordare la storia, che giorno è oggi, mercoledì 20 settembre, o meglio XX Settembre in tutte le città d'Italia, in che città si gioca (Nizza, italiana sino al1860, quando Cavour la cedette alla Francia), chi è nato qui in riva al mediterraneo, oggi Riviera per turisti da tutta Europa.

Giuseppe Garibaldi, il nizzardo, l'eroe dei due mondi, l'Italia e l'Uruguay appunto dove visse e lottò a Montevideo (lì nacquero alcuni figli di Anita, lì è cresciuta una discendenza e il cognome è molto diffuso)

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Il 20 settembre è la presa di porta Pia nel 1870, l'acuto finale dell'unificazione dell'Italia al termine del Risorgimento di cui Garibaldi è attore protagonista e che, nel caso di Roma, vantava già alcuni tentativi di liberazione dal papato. Il 20 settembre si celebra pure in Uruguay: oggi è la Festa Garibaldi o giornata del libero pensiero, molto sentita a Montevideo.

Ecco lo stadio di Nice/Nizza contiene tutto questo, come pure il fatto che Italia e Francia disputino ogni anno il trofeo Garibaldi scolpito da Jean Pierre Rives in onore dell'uomo che fu sia deputato a Roma che a Parigi.

Il grado di consapevolezza dei nostri giocatori di quanta storia ci sia dietro una stoffa azzurra e uno scudetto tricolore, non riesco a misurarlo. Ma non è tutto un gioco.

Apprezzo molto le risposte invece strettamente da uomo di rugby che ieri ha dato Andrea Moretti, coach della mischia azzurra, capace di svicolare dai luoghi comuni con cui si farciscono le conferenze stampa sportive, di fissare il suo pensiero per quello che è. Al giornalista uruguaiano che gli chiedeva se una squadra di Tier 2 come Los Teros abbia il diritto di avere più opportunità nel quadriennio fra i mondiali di affrontare una potenza di Tier 1, Moretti ha risposto, esulando però dalla programmazione politico-sportiva che non gli compete, "Per me Tier 1 e Tier 2 sono etichette che non significano nulla. Conta quello che fai sul campo, l'Uruguay ha mostrato tutti i suoi progressi contro la Francia".

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