A Cittadella Matilde batte tutti «Un parto travagliatissimo»

All’ombra delle mura di Cittadella arriva la prima bimba del 2019 nel territorio dell’Usl 6 Euganea. Matilde è venuta al mondo alle 5.51 di ieri nel reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale di Cittadella, diretto dal dottor Roberto Rulli. Con un peso netto di 3,320 chilogrammi e una lunghezza di 51 centimetri, ha aperto lei all'alba di Capodanno il valzer gioioso delle nascite di quest’anno.
A donarle la vita è stata Michela Carraro, 30 anni, di Campo San Martino, ricercatrice nell’ambito della Biomedica; al suo fianco il compagno Nicoló Carolo, di 31, operaio specializzato ai Mulini Agugiaro di Curtarolo. La coppia ha visto nascere la propria bimba con parto naturale. Matilde si è fatta attendere ed anche il parto è stato piuttosto prolungato: la mamma è entrata in ospedale domenica notte con le contrazioni e la piccola è venuta alla luce alle 5.51 di ieri. «È stato un parto travagliatissimo», commenta la neo mamma, che racconta come la piccola «doveva nascere il 22 dicembre». Matilde ha aspettato per essere la prima del nuovo anno. Cosa augura la madre alla sua piccina? «Spero che possa realizzarsi nella vita e avere un po’ di fortuna, perché quella non guasta mai», il primo pensiero di una donna attiva nel mondo della ricerca. Attiva nella frontiera dell scienza, ora alle prese con poppate e pannolini: come pensa di conciliare una dimensione professionale particolarmente assorbente con la maternità? «Non ci sono dubbi, tutto questo un po’ mi spaventa, ma sono pronta alla nuova sfida, anche se effettivamente il mondo della ricerca non è affatto dei più semplici».
Ma resta una realtà in cui coltivare sogni dal fascino particolare, in grado di migliorare il destino di tante persone, e di tanti bambini: «Il mio obiettivo», sottolinea la giovane mamma, «è quella di avere un giorno un gruppo di laboratorio, con il quale lavorare nella ricerca delle malattie mitocondriali e dei tumori, per approfondire e capire le malattie genetiche e trovare la chiave per combatterle». —
Silvia Bergamin
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