A Padova asilo aperto anche di sera si parte con l’Arcobaleno

PADOVA. L’assessore alla scuola Cristina Piva ha un obiettivo ambizioso: rivoluzionare la scuola dell’infanzia. In due tappe: pensare una scuola che risponda ai bisogni reali delle famiglie e, due, assicurare la stessa qualità delle scuole pubbliche anche a quelle private paritarie. Si comincia con l’operazione Arcobaleno, ovvero l’esperimento che vedrà protagonista, da settembre, la scuola dell’infanzia di San Lazzaro. Dal prossimo anno scolastico infatti i bambini da 0 a 6 anni potranno iscriversi all’Arcobaleno di via Sonnino usufruendo di tre fasce orarie: 8-12, 12-16 e, grande novità, 16-20. Sono stati previsti 25 posti per il nido e altrettanti per la materna, questi ultimi esauriti anche perché vi è stata trasferita la sezione tre anni della Cremonini; mentre il nido ha ancora pochissimi posti per le prime due fasce e numerosi per l’ultima.
«L’ultima fascia è una specie di “bonus” per le famiglie», spiega la Piva, «ma temiamo non sia stata ancora capita dalla città. Sono tante le famiglie impegnate al lavoro oltre le 16 e dunque è giusto che il Comune dia anche questo servizio. Abbiamo scelto San Lazzaro proprio perché è un punto strategico tra la Zip, l’autostrada, la tangenziale e Padova 1».
Ogni famiglia può scegliere un massimo di due fasce, anche spezzate. I costi vanno di pari passo con l’Isee. La fascia centrale, quella con la mensa, è quella più costosa, ma va anche detto che chi ha un’Isee fino a 4 mila euro non paga niente; mentre il massimo (due fasce con mensa) è di 467 euro al mese, 420 euro senza mensa. Fino alle 16 c’è il personale scolastico, dopo intervengono le cooperative con musica, danza e laboratori.
L’iscrizione doveva chiudersi a maggio, ma oggi il Comune sta facendo il gioco all’incastro: «Accettiamo bambini finché ci sono posti liberi», spiega l’amministratrice, «inoltre abbiamo in ballo con i sindacati la possibilità di riservare posti ai bambini dei dipendenti come welfare aziendale. Infine siamo pronti ad accogliere anche bambini già iscritti ad altri asili (privati) per l’ultima fascia e pensiamo che possa essere anche “morbida”, ovvero il piccolo può uscire alle 17 o alle 18».
La terza fascia costa da zero a 44 euro fino ad un massimo di 141 euro al mese. Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Cariparo e dalle Coop sociali per tre anni. «Stiamo aprendo dei tavoli con le paritarie per parlare di qualità, offerta e distribuzione sul territorio», spiega la Piva. «Il mio obiettivo è avere qualità standardizzata (mentre alcune scuole sono ferme a 30 anni fa), formazione comune e, per le private, meno scuole ma piene».
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