A Padova mancano 12 mila ragazzi: affitti agli studenti in calo del 20 per cento
PADOVA. Un quinto di studenti in meno, 12 mila ragazzi che mancano dalle strade e dalle piazze di Padova. Cala anche di oltre il 20% la domanda di alloggi universitari a Padova da agosto ad oggi. Dopo avere svuotato la grande maggioranza degli appartamenti per universitari, l’effetto Covid ora miete le sue vittime all’inizio dell’anno accademico, rischiando di lasciare sfitti migliaia di alloggi, soprattutto quelli nelle cinture urbane che sono generalmente la seconda scelta degli studenti fuori sede. Un vero e proprio ridimensionamento del fenomeno studentesco in una città che convive con gli universitari da quasi 800 anni.
L’EFFETTO COVID SULL’OFFERTA
A lanciare l’allarme, proprio tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, era stato il centro studi di Immobiliare.it. Secondo il portale a Padova l’offerta di immobili era, ad agosto 2020, addirittura il 180% in più di quanto non fosse nello stesso mese del 2019. Tra marzo e aprile, piuttosto che vivere il lockdown nelle sedi di studio, decine di migliaia di giovani universitari aveva preferito tornare in seno alla famiglia di origine disdettando di fatto il contratto firmato qualche mese prima. L’effetto è stato quello di lasciare migliaia di alloggi vuoti in attesa della ripartenza dell’anno accademico, con il settembre 2020.
IL RIENTRO A LEZIONE
L’università di Padova si è attrezzata per offrire ai suoi studenti dei percorsi formativi che possano proseguire in qualsiasi condizione, anche in caso di un secondo (si spera improbabile) lockdown. Ecco allora che ad oggi solo il 5% delle lezioni dovranno essere seguite necessariamente di persona. Il restante 95% si suddivide tra lezioni in presenza ma con la possibilità di essere seguite anche in streaming da casa (il 79% dei corsi di quest’anno accademico), ed un 16% di lezioni che si dovrà invece seguire esclusivamente on-line. E tuttavia l’ateneo patavino lavora per favorire la residenzialità dei suoi studenti, addirittura garantendo loro un bonus affitti una tantum da 350 euro.
Già qualche giorno fa il rettore Rosario Rizzuto aveva dichiarato inoltre di volere riportare in città circa i due terzi dell’intero corpo studentesco. In pratica 40 mila studenti su 60 mila, fra primo e secondo semestre, dovrebbero tornare sui banchi, garantendo così percentuali di frequenza in aula non dissimili da quelle dei precedenti anni accademici.
LA RISCOSSA DI OTTOBRE
In questo contesto gli agenti immobiliari non stimano in più di un 25% il calo della domanda che arriva dal mondo studentesco. Le differenze tra quartieri però si acutizzano soprattutto in merito alla concentrazione delle richieste di alloggio. «Se ancora alla metà settembre molti di noi vedevano le cose piuttosto nere in merito al mercato degli affitti per studenti – spiega Cristian Bilato, affiliato di Tecnocasa che conosce bene il settore – nell’ultima settimana molte delle nostre agenzie stanno gestendo nuove richieste da parte di ragazzi e ragazze fuori sede. È come se tutto fosse stato posticipato di oltre un mese: l’anno scorso quello a cui assistiamo ora lo si vedeva tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. Come sempre accade, per primi vanno via gli appartamenti nelle zone preferite dagli studenti: Portello, Centro, Sacra Famiglia, Forcellini e Madonna Pellegrina, poi tutto il resto. In queste settimane la domanda si sta concentrando proprio su questi quartieri e non abbiamo la certezza, che invece gli altri anni c’era, che andranno via anche gli immobili più periferici».
I PREZZI E I CONTRATTI
Pure con tutte le incertezze e le difficoltà di un anno molto difficile, i prezzi delle stanze sono rimasti stabili e vanno dai 350 euro per una singola nei 5 quartieri più ricercati fino ai 280 o meno dei quartieri più periferici (Arcella, Brusegana ecc) e tra i 250 e i 200 per le camere doppie.
«I prezzi degli affitti sono piuttosto lenti ad adeguarsi alle dinamiche della domanda e dell’offerta soprattutto in questo segmento», spiega Silvia Dell’Uomo, presidente di Fimaa di Padova. «Mentre le modalità contrattuali continuano ad essere piuttosto vantaggiose anche a seguito delle modifiche dei canoni concordati dal Comune a Padova: sconti sull’Imu del 25% e cedolare secca al 10% si applicano anche ai contratti per gli studenti universitari rendendo appetibile un segmento che subisce in effetti già da anni un arretramento legato più che altro alla lunga crisi economica in atto nel Paese». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova