A Padova negozi aperti la seconda domenica di ogni mese

Ferme restando le aperture già stabilite in autunno, l’assessore comunale Dalla Vecchia, le associazioni dei commercianti e i sindacati decidono assieme come applicare le norme della Regione. Non c'è l'obbligo di alzare la saracinesca e d'estate non si lavorerà. Si comincia il 12 febbraio, orari ammessi dalle 7 alle 22
PD 06/04/03 G.M. NEGOZI APERTI LA DOMENICA. GENTE CHE FA SHOPPING (SALMASO)
PD 06/04/03 G.M. NEGOZI APERTI LA DOMENICA. GENTE CHE FA SHOPPING (SALMASO)

PADOVA. Una città aperta allo shopping. Per altre sei domeniche, oltre alle dieci già messe in calendario lo scorso ottobre, tutti i negozi potranno rimanere aperti dalle 7 alle 22. La decisione è arrivata ieri mattina, dopo un vertice in sala giunta a Palazzo Moroni, che è durato oltre due ore,  tra l’assessore al Commercio, Marta Dalla Vecchia, i rappresentanti delle associazioni di categoria del commercio e i sindacati.

Insieme è stato stabilito che ogni seconda domenica del mese, i negozi in tutto il territorio cittadino potranno essere regolarmente aperti. Ogni datore di lavoro, quindi, potrà decidere se alzare o meno le serrande per ulteriori sei festività domenicali rispetto a quelle già previste. «Non abbiamo fatto altro che recepire la normativa regionale – spiega Marta Dalla Vecchia – Una legge che prescrive di tenere i negozi aperti almeno 16 domeniche all’anno».

Oltre a quelle inizialmente stabilite, i negozi a Padova potranno aprire domenica 12 febbraio, l’11 marzo, il 13 maggio, il 10 giugno, il 9 settembre, e l’11 novembre. Oltre a queste c’è il recupero di un’apertura domenicale comunque prevista a luglio (quella della notte dei saldi) che invece slitterà al 7 di ottobre. «Credo si sia trovata una soluzione che possa andare bene a tutti i soggetti interessati – riprende l’assessore comunale al Commercio – la grande distribuzione è sempre stata favorevole alle aperture totali dei negozi. Le perplessità invece arrivavano soprattutto dai sindacati e da qualche operatore del commercio, che però adesso sembra aver rivisto la propria posizione, anche perché considerata la legge regionale c’era ben poco da fare».

Ma oltre a rivedere il calendario secondo i nuovi parametri stabiliti dalla Regione, il tavolo del commercio è arrivato a concordare una strategia comune per quanto riguarda la comunicazione da proporre per ricordare ai cittadini la possibilità di fare shopping la domenica.

«C’è un’intesa tra le associazioni di categoria e gli enti pubblici, compresa la Dmo – sottolinea Marta Dalla Vecchia – per dare il più ampio risalto possibile durante i giorni che precedono l’apertura domenicale dei negozi. Tutti insieme insomma si dovrà cercare di attrarre le persone pubblicizzando il fatto che gli esercizi commerciali saranno aperti».

L’obiettivo è quello di incrementare non solo le spese e quindi gli incassi dei negozianti, ma anche di riuscire ad aumentare le presenze turistiche nei centri storici. A Padova le nuove aperture aggiunte alle altre già prestabilite non cambieranno il calendario per gli esercizi presenti all’interno della zona «turistica» (ovvero quella che comprende la Basilica del Santo e l’area limitrofa). In questo caso rimane confermato che si potrà tenere aperto dal primo aprile al 13 giugno.

«Abbiamo invece deciso di non includere le domeniche durante il periodo estivo – termina l’assessore al Commercio – non avrebbero avuto un grande richiamo, come abbiamo potuto sperimentare. In ogni caso, ripeto, la legge non obbliga nessuno ad aprire, saranno i titolari dei negozi a stabilire se avvalersi di questa ulteriore possibilità. Non si tratta di una liberalizzazione, almeno dal mio punto di vista, ma di una presa d’atto di una legge vigente che dunque doveva essere osservata. Ecco, noi l’abbiamo fatto coinvolgendo tutti gli attori protagonisti del mondo del commercio».

In questo modo, l’obiettivo dell’amministrazione comunale sarà quello di non forzare nessuno, ma di dare la possibilità a tutti di usufruire della possibilità di incrementare le vendite, in questo particolare momento di difficoltà.

Tutto dipenderà quindi dall’organizzazione e dalle strategie aziendali di ogni negozio, dalla convenienza o meno dei commercianti del centro, che potranno decidere senza alcuna imposizione se tenere chiuso il loro esercizio o, viceversa, se aprire sperando di fare buoni affari».

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