"Abbiamo scoperto le onde gravitazionali": i ricercatori padovani esultano

Il gruppo di fisici di Padova è stato il primo a individuare il segnale in arrivo sulla terra che ha confermato l'esistenza di queste increspature nell'universo che recano traccia di eventi cosmici di milioni e milioni di anni fa
Le onde gravitazionali, simili a increspature del cosmo provocate da corpi celesti in movimento
Le onde gravitazionali, simili a increspature del cosmo provocate da corpi celesti in movimento

PADOVA. A un secolo dalla teoria della relatività, fisica e astrofisica compiono un poderoso balzo in avanti grazie a scoperte in cui l'Università di Padova ha un ruolo fondamentale La ricerca scientifica padovana ha contribuito a svelare i segreti delle onde gravitazionali, vibrazioni" nel cosmo provocate da fenomeni molto violenti come le collisioni di buchi neri, le esplosioni di stelle supernovae o il Big Bang che, secondo le più moderne teorie astronomiche, avrebbe dato origine all'universo.

Uno dei due Ligo, impianti gemelli americani
Uno dei due Ligo, impianti gemelli americani


Fino ad oggi, la loro esistenza era stata soltanto ipotizzata: era stato Albert Einstein, padre della teoria della relatività,
a elaborarne una formulazione. Come le onde generate da un sasso che cade in uno stagno, le onde gravitazionali percorrono l'universo alla velocità della luce creando increspature dello spazio-tempo finora invisibili.

Il modello teorico della ricezione del segnale
Il modello teorico della ricezione del segnale


Finora, perché finalmente è diventato possibile osservarle direttamente con un poderoso progetto scientifico al quale ha lavorato anche l'Università di Padova, che ha illustrato tutte le novità degli ultimi mesi di ricerca.

Le  onde  gravitazionali  sono state  rivelate la mattina  del  14  settembre  2015  (ore  11:51  in  Italia)  dalla  coppia  di  rilevatori  Ligo  (Laser Interfero meter Gravitational- wave Observatory) situati a Livingstone in Louisiana e a Hanford in Washington (Usa). Grazie allo sforzo congiunto di un migliaio di scienziati di università statunitensi e di quelle di altri 14 Paesi tra i quali l'Italia, si sono già fatti passi da gigante nella lettura dei fenomeni celesti.

Il rilevatore di Cascina (Pisa)
Il rilevatore di Cascina (Pisa)


Ma soprattutto, spiegano i ricercatori, dalle onde gravitazionali è stata ottenuta la conferma definitiva della teoria della relatività generale: erano l'unico fenomeno previsto da Einstein a non essere stato ancora osservato.

Secondo Einstein, quando una qualsiasi massa (che sia un sasso, una stella o un buco nero) viene accelerata, emette onde gravitazionali. Sono segnali molto deboli e complicati da osservare perchè fanno "oscillare" tutto lo spazio-tempo, compresi gli strumenti che dovrebbero rilevarli.
 Riuscire a vederle è stata considerata a lungo una sfida impossibile.
 Proprio perché pareva impossibile costruire strumenti in grado di rivelarle correttamente.

L'altro impianto Ligo gemello negli Usa
L'altro impianto Ligo gemello negli Usa


Sono stati necessari oltre 50 anni di sperimentazioni, ricerche scientifiche e acquisizioni tecnologiche per arrivare a realizzare tre interferometri laser, ossia le due apparecchiature Ligo gemelle negli Usa  e l'europea Virgo a Cascina (Pisa), con i quali sono state finalmente intercettate le onde gravitazionali.

Simulazione di due buchi neri che si fondono emettendo onde gravitazionali / 1


I primi a dare l'"allarme" agli altri ricercatori impegnati nel progetto internazionale sono stati proprio i padovani: i ricercatori  del  gruppo  di  Virgo  Padova-Trento  della  sezione  Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) di  Padova  e  del  centro  Tifpa di  Trento  hanno segnalato la presenza di un possibile segnale entro i primi 3 minuti dell'evento. Questo contribuito cruciale è stato possibile perché all'equipe padovana era affidata una specifica parte dell'analisi; i test successivi,  eseguiti  con  il  fondamentale  contributo  del  gruppo  Virgo di Padova -Trento, hanno fornito la conferma dell’origine astrofisica del segnale osservato.

Gli scritti autografi di Albert Einstein sulla relativià
Gli scritti autografi di Albert Einstein sulla relativià


Leggerlo è stato tutt'altro che semplice: le onde gravitazionali interagiscono molto poco con la materia, perciò conservano la "memoria" degli eventi che le hanno generate. La loro esistenza era supportata finora solo da prove indirette ma da adesso diventa possibile osservarle direttamente, insieme a una porzione dell'universo finora invisibile e misteriosa, come le zone popolate dai buchi neri.

Ed è stata proprio la collisione tra due buchi neri avvenuta un miliardo di anni fa a provocare il primo segnale delle onde gravitazionali mai scoperto, rilevato dalle antenne dello strumento Ligo-Virgo. Per la fisica è un risultato senza precedenti: oltre a confermare l’esistenza delle onde gravitazionali e la validità della teoria della relatività, fornisce anche la prima prova diretta dell’esistenza dei buchi neri.

Ecco perché le onde gravitazionali sono così importanti


«Abbiamo osservato il primo evento in assoluto nel quale una collisione non produce dati osservabili, se non attraverso le onde gravitazionali», spiega il coordinatore della collaborazione Virgo Fulvio Ricci. Tutto, ha aggiunto, «è durato una frazione di secondo, ma l’energia emessa è stata enorme, pari a 3 masse solari». Prima della collisione, i due buchi neri formavano una “coppia”: uno ruotava intorno all’altro. «Avevano una massa rispettivamente 36 e 29 volte superiore a quella del Sole. Si sono avvicinati a una velocità impressionante, prossima a quella della luce. Più si avvicinavano, più il segnale diventava ampio e frequente, come un sibilo acuto; quindi è avvenuta la collisione, un gigantesco scontro dal quale si è formato un unico buco nero. La sua massa è la somma di quelle dei due buchi neri, ad eccezione della quantità liberata sotto forma di onde gravitazionali».

L'equipe di ricercatori padovani impegnati nel progetto
L'equipe di ricercatori padovani impegnati nel progetto


E' il primo di infiniti fenomeni che hanno costituito la storia dell'universo che oggi si possono finalmente conoscere e percepire attraverso lo studio delle onde gravitazionali. Uno studio che il gruppo di ricerca padovano coordinato da Gabriele  Vedovato  dell’Infn, da  molti  anni  impegnato  nello  sviluppo  della  analisi  per segnali  transienti  e  generici - in  collegamento  con il ricercatore padovano Marco  Drago  ora in forza all’Aei  di  Hannover - continuerà a sviluppare dopo quello che il ministro per l?università e la ricerca Stefania Giannini ha salutato come un nuovo grande successo per la fisica italiana.

 «Dopo la scoperta del bosone di Higgs - osserva il ministro in una nota nella quale si complimenta con i ricercatori italiani - la comunità internazionale dei fisici festeggia oggi un altro importante traguardo scientifico: la prima conferma diretta dell’esistenza delle onde gravitazionali. Un regalo perfetto per i 100 anni della Relatività generale di Albert Einstein, che è stato il primo a pensarle e descriverle nelle sue equazioni».  
 

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