Accesso abusivo a banca dati assolti tre avvocati padovani
Tre noti avvocati padovani sono stati assolti ieri dalla giudice per le udienze preliminari di Venezia Barbara Lancieri, dall’accusa di accesso abusivo alla banca dati dell’Inps: si tratta di Chiara Agostini (docente di Diritto civile all’Università di Ferrara), dell’avvocato Gianni Barillari e del responsabile dell’Ufficio legale dell’Inps di Padova, Sergio Sica.
A fare da scenario alla vicenda - come ricostruisce l’avvocato Giorgio Gargiulo, legale di Agostini - la violenta separazione tra due coniugi.
Siamo nel marzo 2017. La signora L.A. si separa segnalando le violenze fisiche e psicologiche subite dall’ex marito, E.B. Questi replica, impugnando il provvedimento con il quale il giudice civile aveva stabilito in 400 euro l’assegno mensile dovuto all’ex moglie e al figlio, sostenendo di essere disoccupato e di aver chiesto all’Inps la relativa indennità (Naspi), ma di non averla ancora ricevuta.
«La signora non crede alla ricostruzione dell’ex marito, ha dei dubbi», racconta l’avvocato Gargiulo, soddisfatto per la sentenza assolutoria, «e si rivolge per un consiglio all’avvocato Chiara Agostini (che è anche docente universitaria a Ferrara), che chiede al collega Gianni Barillari di interessarsi della questione. Questi segnala una possibile truffa ai danni dell’Inps al legale responsabile dell’Istituto, Sergio Sica, che fa un controllo alla banca dati e verifica che l’uomo percepiva già da qualche mese l’indennità di disoccupazione. A questo punto consegna lo statino a Barillari, senza però fargli compilare il previsto modulo. Un errore formale, perché la donna ha diritto di conoscere lo stato patrimoniale dell’ex consorte, ma andava presentata una domanda. D’altra parte, stiamo parlando di una separazione difficile: questi colleghi si sono attivati in aiuto di una donna in difficoltà. È stata la stessa giudice civile che ha seguito la separazione, a segnalare alla procura di Padova una possibile truffa ai danni dell’ente di previdenza». Proprio la segnalazione del Tribunale civile aveva portato alla contro-denuncia da parte del legale dell’uomo, per accesso non autorizzato alla banca dati: indagine approdata a Venezia perché la Procura lagunare è titolare per tutto il Veneto per i reati informatici.
Lo stesso pm Massimo Michelozzi, al termine dell’udienza di ieri, ha però chiesto l’assoluzione dei tre legali e della signora (anche lei imputata), per la “tenuità del fatto”. Dopo circa un’ora di camera di consiglio - anche se ancora non si conoscono le motivazioni della sentenza - la giudice Lancieri è uscita con la sentenza di assoluzione. —
Roberta De Rossi
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