Accesso in specialità “comprata” indagato il professor Bassetto
Se l’accesso alla scuola di specializzazione è filtrato da un rigida selezione perché i posti sono limitati, non manca il trucco per ottenere l’ammissione. Alla faccia del criterio del merito. Basta che mamma o papà abbiano un solido conto. E che siano disposti a comprare quel posto lasciando fuori dalla porta magari chi, al prezzo di fatica e sudore ma senza sponsor, avrebbe potuto sbarrare la strada. È quello che sarebbe accaduto per ottenere uno dei posti nella scuola di specializzazione in Chirurgia plastica dell’Università di Padova nell’anno accademico 2012-2013 e, prima, nell’anno 2010-2011.
Accuse e indagati. Rischiano il processo per concorso in abuso d’ufficio il professor Franco Bassetto, 57 anni originario di Treviso e residente a Padova, professore ordinario di Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva nell’università nonché, all’epoca dei fatti, direttore della scuola di specializzazione nella stessa materia; il dottor Diego Cappellina, 62enne residente a Dueville, già dirigente medico all’ospedale San Bortolo di Vicenza e titolare nel capoluogo berico di un ambulatorio di chirurgia plastica, con il figlio Cesare, 30 anni (specializzando); la pediatra Concetta Russo, 62 anni di Grammichele (Catania) con il figlio Angelo Sapuppo, 32 (specializzando). Il pm padovano Sergio Dini ha ormai chiuso l’indagine e si prepara a sollecitare il processo per tutti e cinque gli indagati.
L’inchiesta. Gli accertamenti degli investigatori scattano in seguito ad alcune verifiche dopo il primo troncone d’indagine sulla scuola di specialità di Chirurgia plastica. Peraltro quattro anni fa c’è stato anche un ricorso al Tar proposto da una giovane dottoressa contro Cesare Cappellina e l’Ateneo Padovano. Il motivo? I vertici dell’Università avevano annullato il concorso di ammissione alla scuola di specializzazione in Chirurgia plastica (e la graduatoria nella quale la dottoressa occupava una posizione “alta”) per l’anno 2012-2013. Vengono acquisti i documenti. E si scopre che Cesare Cappellina si era visto assegnare un posto nella specialità finanziato con un contributo di 128 mila euro dalla società Mair Research. Un posto aggiuntivo rispetto a quelli previsti. Peccato che la società sponsor sia amministrata da un imprenditore-amico del padre Diego Cappellina: nel mese di luglio 2013 il figlio non era riuscito a ottenere il punteggio adeguato per entrare nella scuola. Secondo il pm Dini la prima prova di ammissione (non superata da Cappellina jr) era stata annullata per pretesi vizi formali in modo tale che, alla prova successiva ripetuta a settembre, il giovane aspirante chirurgo risultasse vincitore.
Del tutto analogo il secondo caso scoperto per l’anno accademico 2010-2011 quando il posto in più nella scuola di specializzazione viene creato in seguito a un contributo di 48 mila euro pagato dall’associazione catanese Prisma e assegnato al giovane dottore Angelo Sapuppo. E chi ha versato quella somma all’associazione per destinarlo alla scuola universitaria padovana?
La dottoressa Concetta Russo, mamma di Angelo. E casualmente il posto aggiuntivo è vinto dal figlio. In entrambe le occasioni il professor Franco Bassetto era presidente della commissione chiamata a vagliare le prove dei candidati.
L’autofinanziamento. Le scuole universitarie di specializzazione possono accettare finanziamenti erogati da enti o imprese per aumentare il numero degli iscritti. Ma non è ammesso il sistema “dell’autofinanziamento”: è vietato comprarsi il “posto” in una struttura pubblica.
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