Acciaiere Venete trasloca e sblocca il risiko delle aree

Ok al trasferimento da Mortise, si libera uno spazio strategico di 120 mila mq
CADONI-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-ACCIAIRIE VENETE, AREA VIA FRIBURGO
CADONI-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-ACCIAIRIE VENETE, AREA VIA FRIBURGO
C’è un terremoto che si può prevedere. È quello urbanistico e commerciale che scuoterà la città fin dai primi mesi del 2018, non appena sarà definita la collocazione del nuovo ospedale e quando - entro il primo mese dell’anno, precisamente il 25 gennaio - arriverà la sentenza del Consiglio di Stato sul piano del commercio dell’amministrazione Bitonci che vietava aperture in zona industriale e che per questo era stato impugnato dai legali di Conforama. Immaginando la mappa della città come il tabellone del risiko, si potranno intuire a breve i grandi movimenti in corso per piazzare truppe di affaristi a ridosso delle aree strategicamente più appetibili e per invadere le aree più interessanti.


Come venti campi di calcio
Tra gli spazi destinati a entrare nella partita c’è quello che le Acciaierie Venete stanno per liberare a Mortise, tra via Maroncelli e via Friburgo. È la sede storica dell’azienda, quella in cui sessant’anni fa era partita la straordinaria avventura delle Acciaierie. Oggi il grosso dell’attività è in Riviera Francia, mentre a Mortise - in uno spazio di 120 mila metri quadrati - è rimasto solo un vecchio laminatoio, con novanta addetti impegnati. Qualche mese fa l’azienda ha deciso di accorpare l’attività in zona industriale, così da poter avere una linea unica di produzione. A questo scopo ha progettato un nuovo capannone da 8.700 metri quadrati, alto 13 metri, e ha ordinato (alla Danieli Centro Maskin) macchinari 4.0, talmente evoluti che saranno in grado di prevedere da soli l’usura dei pezzi e richiedere, con un certo anticipo, la manutenzione. L’investimento è di 50 milioni di euro.


Trasloco in vista
Nei giorni scorsi le Acciaierie Venete hanno ottenuto la licenza edilizia per la costruzione del nuovo capannone in Riviera Francia e l’operazione di trasferimento del laminatoio di Mortise può considerarsi a tutti gli effetti avviata. In un anno l’impianto - che trasforma billette in tondi - sarà accorpato con gli altri e i novanta addetti cambieranno luogo di lavoro. Per un breve periodo ci sarà una sovrapposizione, ma si può prevedere che in un anno e mezzo i capannoni di via Pellico si svuotino di ogni attività, liberando un’area che dovrà essere bonificata ma che è altamente strategica, a ridosso dell’ospedale - se dovesse essere costruito a Padova Est - o comunque in zona commerciale. «Ma la nostra non è un’operazione immobiliare», specificano dall’azienda, ricordando che l’obiettivo principale è ottimizzare la filiera produttiva, azzerando le distanze tra uno stabilimento e l’altro. «C’era l’esigenza di ammodernare quel laminatoio e si è deciso di unificare la produzione». Gli effetti saranno positivi da tanti punti di vista: l’impianto sarà moderno e meno impattante del precedente sotto il profilo ambientale, si faranno assunzioni (statistici e matematici saranno necessari per “guidare” le nuove macchine) e si eliminerà tutto il traffico di materiali (200 mila tonnellate) da Riviera Francia a Mortise e ritorno. Diecimila camion saranno tolti dalle strade in un anno, con intuibili benefici sotto il profilo dell’inquinamento atmosferico e del carico sulle strade. La protesta degli ambientalisti, invece, trova l’azienda pronta ad argomentare: «Rispetto a oggi ci sarà un forno in più in zona industriale, è vero», fanno sapere dalle Acciaierie Venete, «ma si tratta di un impianto a metano, che ha emissioni molto ridotte. Ben più significativa è la riduzione di traffico e dunque di inquinamento atmosferico determinata dalla riduzione dei camion».


E dopo?
Dalle Acciaierie Venete, invece, non arrivano indicazioni sul futuro dell’insediamento produttivo di Mortise. L’azienda, che è sana e non ha nessuna urgenza di vendere, si è elegantemente tenuta fuori da ogni possibile coinvolgimento nel dibattito sulla destinazione del nuovo ospedale, anche per questo - si intuisce - non ha annunciato in primavera, nel pieno della campagna elettorale per il Comune, l’intenzione di abbandonare l’area di Mortise. E ora resta in attesa di completare la propria riorganizzazione. Ma è evidente che uno spazio così vasto e strategico diventerà prezioso e dunque molto ambito nella catena di spostamenti o insediamenti che attendono solo di sbloccarsi con la decisione finale sull’ospedale e la sentenza sul piano del commercio.


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