Acciaierie Venete utile a 34,3 milioni

Acciaierie Venete archivia il bilancio 2015 con un utile netto di 34,3 milioni di euro (40,4 nel 2014), dopo aver stanziato 22,4 milioni per ammortamenti e svalutazioni. Il gruppo controllato dalla famiglia Banzato ha riportato un fatturato pari a 653 milioni di euro, in diminuzione dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Considerata la sostanziale tenuta delle quantità vendute (- 0,9%), la contrazione del fatturato, informa una nota del gruppo, è interamente imputabile ai prezzi di vendita. Il margine operativo lordo si è attestato a 66,3 milioni, in calo di 2,2 milioni in valore assoluto rispetto al 2014 ma è cresciuto in termini percentuali rispetto al valore della produzione (dal 9,8% si è passati al 10,1 per cento).

«La diminuzione dei ricavi, che riflette la diminuzione dei prezzi di vendita legati al calo delle materie prime (principalmente rottame e ferroleghe), è stata pertanto attenuata da una crescita delle produzioni a maggiore valore aggiunto migliorando così anche il rapporto tra il margine e il valore della produzione» prosegue il gruppo padovano che non ha alcun legame con l’azienda di Rovigo che ha evaso l’Iva per pagare i dipendenti e che, per altro, è stata assolta in appello.

Nel 2015, tornando ad Acciaierie Venete, la produzione è stata di 1.209 milioni di tonnellate di acciaio con un organico di 1.123 dipendenti. Gli investimenti, al netto delle manutenzioni, sono ammontati a circa 25 milioni (20 milioni nel 2014) tra cui la realizzazione e l’avvio della nuova raddrizzatrice a due rulli iperbolici per barre tonde da 100 a 250 mm; il lancio del progetto di revamping della colata continua 2 che si completerà nell’anno in corso.

Infine prosegue il miglioramento della posizione finanziaria netta attiva per 148,3 milioni di euro contro i 136,7 dell’anno precedente. Il patrimonio netto è passato dai 437,7 milioni del 2014 a 461,2 milioni del 2014.