«Acqua al cromo più velenosa d’Europa»

CITTADELLA. Un concerto di pianoforte alla ex Tricom Galvanica Pm per ricordare i lavoratori ai quali è stata negata la vita. Per la festa del Primo Maggio, la fabbrica degli orrori di via Tre Case a Tezze sul Brenta sarà eccezionalmente riaperta. A deciderlo è stato il sindaco Valerio Lago, che già nel 2009 aveva voluto aprire per la prima volta al pubblico e alla stampa le porte dello stabilimento dell’ex Galvanica, organizzando una visita guidata e invitando la commissione provinciale per l'Ambiente a riunirsi proprio tra le pareti al cromo.
L’evento. «Sarà un concerto simbolo, preceduto da un paio di visite guidate, una alle 18.30 e l'altra alle 19.30, per restituire alla cittadinanza non solo uno spazio fisico, ma anche e soprattutto il diritto di vivere e lavorare in un ambiente sano. Un luogo che si sta cercando di bonificare e di riportare a nuova vita, perché l’acqua torni a essere chiara e trasparente. Con questo concerto vogliamo inoltre ribadire che non si deve abbassare la guardia, anzi: nei prossimi mesi saranno necessari altri contributi per iniziare la fase della bonifica».
Disastro ambientale. «L’inquinamento prodotto da ex Tricom Galvanica Pm è una ferita ancora aperta», spiega l'europarlamentare Mara Bizzotto. «È il più grande e grave inquinamento da cromo esavalente delle falde acquifere di tutta Europa. Manteniamo alta l’attenzione sulla bonifica». La Galvanica ha creato gravissimi danni ambientali in un vasto territorio compreso tra i comuni di Tezze, Cittadella e Fontaniva, costretti ad ampliare rapidamente la rete idrica per evitare che decine di famiglie venissero a contatto con le falde inquinate da cromo esavalente, nichel e altre sostanze nocive fuoriuscite dagli impianti dell’azienda e disperse nell’ambiente. Un inquinamento ambientale che nel corso degli ultimi dieci anni ha imposto decine e decine tra prelievi, analisi e carotaggi, «oltre alla predisposizione di una barriera idraulica per impedire che il cromo esavalente andasse a intaccare le falde più a sud, quelle cioè del Padovano, fino a San Giorgio in Bosco», sottolinea Bizzotto.
Il territorio ferito. L’area interessata dall’inquinamento si estende su una superficie di 2.500 metri quadrati e ha profondità di circa 56 metri al di sotto del piano campagna. Il presidio idraulico è rappresentato da pozzi di emungimento, che intercettano le acque inquinate e le inviano all’impianto di depurazione, realizzato alcuni anni fa per limitare e controllare il deflusso dei contaminanti. Nel 2009, il comune di Tezze ha approvato il progetto preliminare di bonifica dei suoli e della falda dell’area ex Galvanica; l’area è stata mantenuta finora in sicurezza mediante l’emungimento e il trattamento delle acque contaminate. «Da qualche mese stiamo sperimentando due diversi impianti che già da inizio 2014 potrebbero essere utilizzati per la bonifica», continua il sindaco. «Entrambi hanno la capacità di trasformare il cromo esavalente in trivalente. A febbraio di quest’anno, a seguito delle nevicate, abbiamo prelevato un campione d’acqua per verificarne la tossicità: gli esami hanno rilevato cromo sei a 430 mila microgrammi per litro. Il limite massimo consentito dalla legge è di 5. Ciò sta a significare che il cromo esavalente è purtroppo ancora molto presente nel sottosuolo».
I costi della bonifica. Sono circa 4 milioni di euro i fondi utilizzati finora per tenere a bada l’inquinamento: «Ogni anno, solo per la barriera idraulica, sono necessari dai 250 ai 300 mila euro, cui si devono aggiungere 2 mila euro mensili per l’energia elettrica», puntualizza Matteo Lorenzin, responsabile dell’ufficio ambiente del Comune di Tezze. «La spesa totale finale è stimata in 13 milioni di euro».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova