L’acqua termale di scarto ora scalda una scuola: «Costi abbattuti del 65%»

La “Vittorino da Feltre” di Abano è il primo edificio pubblico a utilizzare la risorsa. Il sindaco: «È il primo passo di un maxi progetto di rigenerazione energetica»

Federico Franchin
Il sindaco di Abano Terme Federico Barbierato
Il sindaco di Abano Terme Federico Barbierato

La scuola media Vittorino da Feltre di Abano Terme è il primo edificio, non alberghiero, a essere riscaldato sfruttando il calore e le potenzialità delle acque termali reflue, ossia quelle di scarto. Il progetto è già in esecuzione dall’ottobre scorso.

L’utilizzo dell’acqua termale reflua per il riscaldamento del plesso scolastico consente un abbattimento dei costi del 65%. Tenendo presente che per ogni edificio scolastico il Comune di Abano spende circa 20.000 euro, il risparmio è di circa 13 mila euro annui.

«Siamo il primo esempio concreto di utilizzo dell’acqua reflua termale per il riscaldamento degli edifici pubblici», spiega il sindaco Federico Barbierato. «Il progetto, già attivo, è il frutto di un lavoro di anni che siamo riusciti a portare a termine. Ci siamo arrivati anche grazie ad un ottimo rapporto tra enti, quindi Comune, Regione e Gestione Unica».

Come funziona

Nello specifico: «Andiamo ad attingere l’acqua a 70 gradi, la temperatura viene poi abbattuta a 35 gradi per consentire di riscaldare tutta la scuola», spiegano ancora il sindaco Barbierato e i tecnici comunali Leonardo Minozzi e Anna Migliolaro. «Il riscaldamento avviene grazie a delle pompe di calore, che appunto abbattono la temperatura e danno poi calore alle varie aule. L’acqua termale viene poi rimessa in circolo e torna indietro ad una temperatura di circa 30 gradi per poi essere espulsa nei canali di scarico adibiti».

È un investimento da 200 mila euro quello messo sul tavolo dall’amministrazione.

Le Terme
Le Terme

La Vittorio da Feltre sarà solo la locomotiva di un progetto ben più ampio e che vede già sul tavolo due altri lavori importanti ai plessi scolastici. «Il secondo stralcio comporterà l’installazione di due impianti di produzione di acqua calda, con pompe di calore geotermico, alimentate da sonde disposte all’esterno degli edifici scolastici Manzoni e Busonera, e che sfrutteranno le acque termali calde del sottosuolo per il riscaldamento dei due edifici», annunciano dal municipio di piazza dei Caduti.

Nel maxi progetto di rigenerazione energetica, che il Comune porterà avanti con la società Engie, saranno coinvolti la sede del Comune, gli uffici di Polizia locale e dell’Arma dei carabinieri, le sedi delle associazioni territoriali, dieci scuole, un teatro, quattro strutture sportive, quattro ville storiche, la biblioteca e la pinacoteca.

Il risparmio per la scuola  

Gli interventi prevedono la sostituzione di quattordici generatori di calore tradizionali con nuovi a condensazione, l’installazione di 925 valvole termostatiche, la realizzazione di cinque impianti solari termici, la riqualificazione degli impianti di condizionamento e l’installazione di sistemi di ricambio e trattamento aria.

Per contenere i costi energetici il Comune dal 2017 ad oggi ha investito 3.600.000 euro in opere, ottenendo una riduzione dei consumi di gas e dei costi del 55%.

Prima degli interventi di efficientamento energetico (rifacimento tetti, cappotti, nuovi infissi e caldaie) si consumavano 241.000 mc di gas annui. Ora sono 107.000 mc. «Abbiamo portato i costi da 325.000 euro annui a 135.000 euro per il riscaldamento. Si è passati quindi da 80.000 euro annui per plesso a 20.000 euro», spiega il capo dell’Ufficio tecnico, Leonardo Minozzi. «Ora l’obiettivo è valorizzare, come simbolo, il Montirone con le sue vasche di acqua termale che producono fumi».

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