Acquistato all’asta l'Hotel Posta di Abano per 450mila euro

ABANO TERME. L’Hotel Terme Posta di via Tito Livio avrà un futuro. L’albergo a tre stelle, situato poco distante dal municipio di Abano, è stato acquisito all’asta giudiziaria da parte dell’avvocato Massimo Boscolo. Poco più di 450 mila euro l’importo versato per l’acquisizione.
«Una buona notizia», esordisce Gian Pietro Bano, assessore ai Lavori Pubblici. «Ho visto io stesso persone andare su e giù dall’hotel con del materiale. Evidentemente sono in corso le operazioni di riordino e di pulizia prima di procedere con le opere di ammodernamento. È importante che l’hotel rimanga con vocazione ricettiva e che non sia stata richiesto alcun cambio di destinazione a residenziale o commerciale».
«Una buona notizia per il rilancio delle nostre strutture dismesse», aggiunge il direttore di Federalberghi Terme, Marco Gottardo. «Siamo felici che un hotel storico come il Posta possa ripartire con una nuova proprietà. Segno che la nostra città rimane appetibile anche in periodo di pandemia».
Dopo l’acquisizione dell’albergo un tempo denominato Tullio e di proprietà della famiglia Baraldo, resta da definire sempre all’asta il futuro di altri tre alberghi, il Firenze e il Grand Torino di via Flacco e il Villa Piave di viale delle Terme.
Quest’ultimo dichiarato fallito qualche mese fa dal Tribunale, è stato messo all’asta per un valore di 2 milioni di euro, con base d’asta a 1, 5 milioni di euro. L’asta, indetta dal curatore fallimentare Anna Maria Grazian, è stata fissata per il 30 marzo alle 17. L’hotel, all’inizio del 900 fu dimora di Vittorio Emanuele III e centro culturale artistico. È stato messo all’asta anche l’hotel Commodore di Montegrotto.
«Abbiamo 25 strutture dismesse tra Abano e Montegrotto», aggiunge Gottardo. «Speriamo che con la ripresa dell’attività alberghiera alcune di queste possano trovare una nuova identità, preferibilmente alberghiera. Siamo certi che la maggior parte delle operazioni sarà completata entro l’anno. È chiaro che con i Comuni, dove necessario, si possano valutare altri progetti di rigenerazione urbana. Abbiamo 2 mila posti letto, più del 10% dell’offerta, dismessi. Qualora questi hotel non possano ritrovare vita come strutture ricettive è fondamentale la riqualificazione con progetti attinenti con la destinazione turistico-termale del territorio». —
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