Addio a Bardella, bandiera goldoniana

VENEZIA. Si è spento all’Ospedale Santo Spirito di Roma l’attore Mario Bardella, una delle più belle voci del teatro italiano ed un’autentica bandiera della prosa veneta e nazionale. Da poco l’artista aveva festeggiato 88 anni, era nato nel 1926, e giovanissimo era approdato a Venezia dove ha fatto le prime esperienze teatrali in tempi in cui si allestivano spettacoli anche sulla terrazza di Ca’ Giustinian.
Una carriera intensa, la sua. Entra nella compagnia di Cesco Baseggio, che considererà sempre il suo grande Maestro, Bardella manifesta un particolare interessato allo studio delle “maschere” partecipando. con il Teatro dell’Università di Padova diretto da Gianfranco De Bosio. alla riscoperta di Ruzante e perfezionandosi, successivamente, alla grande scuola di “mimo” di Jacques Lecocq. Viene successivamente scritturato dai Teatri Stabili di Genova, Trieste, Torino e dal “Piccolo” di Milano. Con l’avvento della televisione ricopre vari ruoli in numerosi romanzi sceneggiati e commedie ritornando spesso accanto a Baseggio per gli spettacoli straordinari della Biennale o per la serie goldoniana registrata dall’attore per la televisione negli anni Settanta. Alternando l’attività tra palcoscenico e piccolo schermo, si occupa progressivamente della direzione del doppiaggio, curando le edizioni di film di alcuni tra i più significativi registi del cinema italiano tra i quali Giuliano Montaldo, Citto Maselli ed ElioPetri; presta la voce a molti attori internazionali:da Oliver Reed a Rex Harrison, da Peter Ustinov a Walter Pidgeon. A causa di quest’ultimo impegno professionale si trasferisce a Roma, ma la collaborazione artistica con gli attori e il teatro veneziano lo riporta spesso in laguna per iniziative teatrali e letterarie. Così lo ricorda l’amico attore Enrico Ricciardi: «Ci siamo conosciuti nel 1986 proprio in occasione di una settimana dedicata a Baseggio nei 15 anni dalla scomparsa. Poi ci siamo rincontrati nel 1993 in uno spettacolo che avevo scritto per il bicentenario goldoniano e da allora non c’è stato anno nel quale non abbiamo collaborato con testi in cui, talvolta, partecipava anche sua moglie Gabriella Genta, una delle grandi doppiatrici cinematografiche». «Mi rammarica che il Teatro Stabile si sia dimenticato di lui», prosegue l’amico «la bellezza della sua voce profonda e la chiarezza della sua dizione suscitavano sempre una grande ammirazione. L’ultima sua presenza a Venezia? Nel 2012 al Goldoni nel ricordo scenico dedicato alla ricostruzione del Campanile di San Marco. Mario era uno straordinario professionista, aveva tanti anni di esperienza, ma prima di entrare in scena era emozionato come a un debutto».
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