Addio a Boran, ucciso dall’ingiustizia

SANT’ANGELO DI PIOVE. Si è arreso al male Antonio Boran. Ieri alle 11.30 è morto a 58 anni dopo aver combattuto dal 2012 con un tumore. Ma non è solo la malattia che l’ex agente di commercio di Sant’Angelo di Piove ha dovuto fronteggiare negli ultimi anni di vita. Il suo nemico principale è stata l’ingiustizia. Quella che lui non ha esitato a definire “condanna a morte”. E non si riferiva al male. Nel 2011 Boran aveva partecipato allo screening preventivo per il tumore al colon promosso dall’allora Usl 16. Ma l’esito, purtroppo positivo, di quell’esame non gli è mai stato comunicato. Un anno dopo Boran ha iniziato a stare male, fino alla scoperta del tumore, partito proprio dal colon e poi diffusosi ad altri organi, in particolare al fegato. Boran aveva fatto causa all’Usl chiedendo un milione e mezzo di euro di risarcimento, forte di una perizia medico legale firmata dal dottor Roberto Garufi a cui si era rivolto e confermata da quella ordinata dal Tribunale al dottor Luca Pieraccini: attestavano come l’aver saputo subito dell’esito dello screening gli avrebbe permesso di curarsi in tempo, prima che il tumore lo aggredisse senza lasciargli scampo. Nella lettera di invito alla campagna di prevenzione dell’Usl era evidenziato come, a fronte di un rilievo positivo all’esame, venisse comunicata all’utente la positività “con lettera raccomandata” proponendo esami approfonditi. Quella raccomandata a Boran non è mai arrivata. Il tumore gli è stato diagnosticato nel 2013 e solo l’anno seguente ha scoperto della mancata comunicazione dell’esito positivo dello screening.
Ad assistere Antonio Boran nel suo calvario giudiziario è stato l’avvocato Silvia Sorrentino. «I soldi non mi ridaranno la vita e non potranno mai ripagare l’errore commesso, ma almeno posso lasciare qualcosa alla mia famiglia» sosteneva Boran, che è morto senza che quella giustizia arrivasse. La causa, infatti, è ancora in corso. Con la moglie Franca Volpato, lascia i figli Mattia e Alla Maria e gli adorati nipotini. «Papà era forte e ha sempre lottato con tanto coraggio, contro la malattia e contro l’ingiustizia che ha subito che lo ha tanto fatto soffrire» dice la figlia, «è stato lui nei momenti di scoramento a darci forza e coraggio, per tutti noi della famiglia era un punto di riferimento e un grande esempio di onestà. Ci ha sempre detto che alla fine è la giustizia che vince e a noi il suo messaggio basta». Il funerale di Antonio Boran sarà celebrato domani alle 15 in chiesa a Sant’Angelo.
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