Addio a Negrini fondò i Pooh nel’66 e scrisse le loro canzoni

TRENTO. È morto nel tardo pomeriggio ieri, a 66 anni, Valerio Negrini il fondatore dei Pooh ed autore di gran parte dei testi delle canzoni portate al successo dal gruppo più longevo del pop italiano. L’ex batterista e paroliere bolognese si trovava in vacanza da parenti nel Trentino, quando è stato colpito da infarto. È spirato all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove era stato trasportato con l’elisoccorso. Un’ora prima l’ultima telefonata con Roby, l’amico e partner artistico di sempre. L’annuncio della scomparsa è stato dato dall’ufficio stampa dei Pooh, in questi giorni in pausa ed in attesa di riprendere il tour “Opera Seconda” . Negrini era già stato colpito da infarto nella primavera scorsa, ma sembrava essersi ripreso bene da quel primo “segnale”. «Lui smitizzava il dolore. Aveva da tempo diversi problemi fisici ma diceva sempre di stare bene», ricorda con dolore Red Canzian, il bassista trevigiano del gruppo, che ha appreso la notizia da Facchinetti, con cui Negrini ha formato una delle coppie di autori più prolifiche e di successo della canzone italiana. Nel 1966 avevano fondato il primo nucleo dei Pooh, di cui Negrini fu batterista fino al 1971, quando gli subentrò Stefano D’Orazio. Ma il musicista bolognese rimase sempre legato alle sorti del gruppo e continuò a scrivere i testi di brani “evergreen”, come “Tanta voglia di lei”, “Infiniti noi” e “Uomini soli”, con cui i Pooh vinsero Sanremo nel 1999. «Ora verrà rivalutato, come accade spesso nel mondo della musica», sottolinea Red, «È stato uno dei più grandi autori di canzoni del Novecento, e può essere accostato a Mogol e ad altri importanti parolieri. Con lui un’idea non diventava mai banalità. Quel “Dio delle città e delle immensità” lo dimostra. Quando entrai nei Pooh andai a vivere con lui e Dody a Milano. Ho perduto un maestro e un amico».
Cristiana Sparvoli
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