Addio Cesko Omare, l'ultimo saluto alla star del web

Aveva 21 mila seguaci su Facebook, una dialettica spontanea e irriverente. "Ma era un uomo vicino ai valori forti della vita" ha ricordato il sacerdote che lo conosceva
Un momento delle esequie nella chiesa di Vescovana (Zangirolami)
Un momento delle esequie nella chiesa di Vescovana (Zangirolami)

VESCOVANA. Il personaggio Cesko Omare e l’uomo Francesco Targa. E’ la distinzione che don Emanuele Gasparini, parroco di Vescovana, ha voluto fare nell’omelia d’addio a Francesco Targa, 64 anni, in arte Cesko Omare. L’uomo, vero e proprio fenomeno del web, è mancato mercoledì scorso ed è stato salutato questo pomeriggio per l’ultima volta nella chiesa del suo paese natale.

Occhiali da sole sempre addosso, un linguaggio fin troppo colorito e spesso blasfemo, l’inclinazione dialettale inconfondibile, Cesko Omare era da almeno tre anni una star del web. Antipolitico, cantante sempre armato di chitarra e dalla battuta pungente anche se spesso grossolana, il padovano vantava oltre 21 mila seguaci con la sua pagina Facebook.

Cesko Omare
Cesko Omare

In chiesa, oggi, c’erano ben meno di 21 mila fans, ma comunque una comunità numerosa e unita nel cordoglio e nel dolore. «Prima di venire a Vescovana come parroco conoscevo Cesko Omare. Arrivato qui ho conosciuto Francesco Targa» ha esordito nell’omelia don Emanuele «Conoscevo il personaggio e ho conosciuto l’uomo. Il personaggio era irriverente, sbruffone, senza rispetto per nessuno, schietto, quasi macchietta, con oltre ventimila amici su Facebook e centomila click ad ogni video. L’uomo era sensibile, vicino ai valori forti della vita come la famiglia e l’amore per la madre, a suo modo rispettoso della religione con il santino di sant’Antonio sempre in tasca e la sua immancabile presenza al funerale dei paesani». E ancora: «Francesco era un uomo che sapeva apprezzare i valori, non era il personaggio che irrideva tutto».

Da qui la riflessione più ampia del sacerdote: «Ognuno di noi indossa una maschera, proprio come Francesco. Tutti affrontiamo la vita dandoci dei ruoli, cercando una strategia per tener botta. E’ una forma di difesa: ce l’aveva Francesco con il personsaggio di Cesko così come l’abbiamo tutti ogni giorno»

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