Detenuto aggredisce sei penitenziari al Due Palazzi e semina il panico
La denuncia del Sappe: «Agenti bersaglio di violenza». Il sottosegretario Ostellari: «Problema ignorato per anni, lentamente le risposte stanno arrivando»

Ha aggredito sei agenti della Polizia penitenziaria, ferendone gravemente due. È successo al carcere Due Palazzi, dove un detenuto di origini straniere (fine pena oltre il 2030) ha dato in escandescenze intorno alle 20 di domenica, ossia poco prima dell’orario di chiusura delle celle.
A denunciarlo è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe). «È quello il momento più difficile per gli agenti, perché i detenuti fanno fatica ad affrontare il fatto di dover trascorrere dodici ore in nove metri quadrati», spiega Giovanni Vona, segretario per il triveneto del Sappe. «Purtroppo i detenuti vedono nella penitenziaria i colpevoli della loro reclusione e gli agenti – in carenza di organico – diventano bersagli di violenza», aggiunge.
L’aggressore è un soggetto noto nella Casa di reclusione proprio per i suoi atteggiamenti imprevedibili. È possibile inoltre che al momento dell’escandescenza fosse sotto gli effetti di sostanze o alcol artigianale autoprodotto dietro alle sbarre. Gli agenti intervenuti in infermeria (dove il detenuto si trovava per delle ferite) hanno alle spalle anni di esperienza. Ciò nonostante, i poliziotti nel tentativo di calmare il 30enne hanno riportato diverse ferite e contusioni, con prognosi fino a trenta giorni.
«Come è noto la popolazione detenuta è radicalmente cambiata in questi anni», sottolinea il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari. «I nostri penitenziari – prosegue – ospitano sempre più spesso anche persone con disturbi psicologici e comportamentali o assuntori di sostanze. Per anni chi ci ha preceduto ha ignorato il problema. Ora il Governo sta intervenendo, passo dopo passo». E conclude: «Per recuperare i ritardi accumulati nel passato servirà tempo».
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