Aggredì due volte gli agenti ai Giardini dell'Arena, condannato africano

Sette mesi con revoca della misura cautelare: ma intanto il 23enne deve scontare un'altra condanna

PADOVA. La prima volta, il 30 agosto scorso ai Giardini dell’Arena, aveva inneggiato all’Is, gridando “Allah Akbar” durante un controllo della polizia: sventolando il Corano che stava leggendo a un agente aveva detto «ha fatto bene l’Is a uccidere a Barcellona. Vi ammazzeremo tutti, siete degli infedeli».

Immediato l’arresto anche se poi era stato scarcerato con il divieto di dimora in Veneto. Pochi giorni più tardi, il 9 settembre, calpestando quel divieto, il ritorno in città. E un nuovo scontro con le forze dell’ordine in corso del Popolo dove due agenti che lo fermano vengono aggrediti: parapiglia, arresto e lo straniero è spedito, stavolta, in carcere.

Ieri è arrivata la seconda condanna per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni volontarie e violazione di un provvedimento del giudice al termine di un giudizio abbreviato che, per legge, prevede lo sconto di un terzo della pena: sette mesi di reclusione e revoca della misura cautelare in carcere ovvero scarcerazione se già non detenuto per altra causa.

Ma Bakary Marong, 23 anni del Gambia, richiedente asilo, resterà rinchiuso nel carcere padovano Due Palazzi perché il 26 settembre scorso ha già rimediato un’altra condanna a un anno e due mesi per il primo episodio che lo aveva fatto finire nei guai. Una condanna senza sospensione condizionale e senza l’azzeramento della misura cautelare. Ieri, difeso dall’avvocato Paola Menaldo, era presente in aula davanti al giudice Chiara Bitozzi.
Agli atti anche le relazioni di medici e operatori della struttura penitenziaria che avrebbero confermato come si tratti di un giovane disadattato e non integralista, disperato e non sostenitore dell’estremismo islamico: insomma la precarietà del vivere (senza un tetto e senza cibo) lo avrebbe portato a comportamenti fuori controllo ora rientrati.
Quindi nessuna accusa formale di istigazione al terrorismo. E nessuna espulsione visto che dopo il rigetto della domanda di asilo politico in Italia pronunciato dalla commissione territoriale della prefettura, Marong ha fatto ricorso al Tar. E in attesa della decisione, l’espulsione è congelata. (cri.gen.)
 

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