Aggressione e sputi ai leghisti «Fascisti, razzisti e antisemiti»

Una giovane insulta i militanti del Carroccio e attacca il consigliere Fabrizio Boron L’ira dei leader, da Salvini a Zaia: «Una situazione inaccettabile, sarà denunciata»



«Razzisti, fascisti, antisemiti, picchiatori», da una parte. «Bibbiano, Bibbiano», dall’altra. Poi uno sputo sostituisce le parole e la politica abdica ad ogni parvenza di confronto. L’odio social si materializza in piazza una grigia domenica di settembre. Ieri mattina al banchetto della Lega che raccoglieva firme a sostegno di Matteo Salvini, attraverso una giovane che arriva a sputare in faccia al consigliere regionale Fabrizio Boron, intervenuto per pacificare gli animi. «Sarà denunciata, risponderà anche in sede civile», annuncia il vicesegretario della Lega Lorenzo Fontana.

Un episodio che poi, quasi in una sorta di corto circuito, rimbomba sui social network. «La tizia sinistra insulta e sputa, ma i “cattivi” siamo noi... Quanta pena!», è il post dell’ex ministro degli Interni, con tanto di montaggio e rallenty del gesto incriminato.

Lo scontro in piazza

L’episodio è reciprocamente ripreso. L’insultatrice, una giovane che dice di abitare in Inghilterra, si presenta armata di cellulare con videocamere accesa. A loro volta anche i militanti leghisti la riprendono. Non servono testimoni, è tutto in quei pochi minuti di filmato.

«Razzisti, fascisti, andate in giro a picchiare i bambini e i neri, odiate gli ebrei. Siete la vergogna di questo Paese», insiste la giovane. I leghisti replicano per le rime, ma senza raccogliere la provocazione. Il consigliere regionale della lista Zaia Fabrizio Boron cerca di allontanarla: «Bene, hai fatto il tuo show. Adesso puoi andare», le dice. Per tutta risposta si prende uno sputo in faccia. Poi la ragazza velocemente si allontana. Tanto che all’arrivo dei carabinieri, chiamati dagli agenti della polizia locale, non c’è più nessuno.

Insulti che feriscono

«Ho pensato a mio nonno internato a Auschwitz», racconta poi, a mente fredda, Boron. «Se mai la rivedessi le suggerirei di conoscere le storie personali di chi aggredisce prima di dare dell’antisemita a qualcuno. Ho visto in lei il germe del razzismo: la generalizzazione e lo svilimento dell’avversario politico. Questa signora si crede davvero democratica?», ragiona il consigliere leghista.

Se una denuncia ci sarà, sarà quella del partito. Personalmente Boron lascerà correre: «Ho provato pena, quasi la compatisco – commenta – Anche perché la più grande condanna per lei è arrivata dalla gente che era in piazza e che ci ha difesi. Ecco, credo abbia capito che era isolata dalla comunità civile».

Una reazione che ha colpito anche Vanda Pellizzari, consigliera comunale che era al banchetto ieri mattina assieme a Federica Pietrogrande, Michele Schiavo e altri tre militanti: «Io le ho semplicemente ripetuto di identificarsi. Di dire quelle cose violente con un nome e cognome, ma non ha voluto – racconta – Comunque, abbiamo sentito la solidarietà di chi era in piazza».

Condanna unanime

Tutta la Lega, a partire dal leader Matteo Salvini, ha fatto quadrato attorno ai militanti padovani. «Andiamo avanti a testa alta, forti del grande consenso e dell’affetto di migliaia di cittadini», dice l’ex ministro Fontana. «Tutti sono liberi di esprimere le proprie considerazioni ma rispettando due regole: la buona educazione e, soprattutto, non ricorrere ad offese e gesti infamanti. In questo caso sono mancate entrambe», aggiunge il governatore Luca Zaia. «Offese vergognose – rimbrotta l’ex sindaco Massimo Bitonci – È questa è la “democrazia” che ci propina la sinistra antagonista a Padova». —

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