Agguati autovelox, ecco la mappa in provincia di Padova

PADOVA. «Un furto legalizzato del comune di Sant’Angelo di Piove: il 24 ottobre 2014 ho ricevuto notifica di sanzione da parte del comune di Sant’Angelo di Piove per infrazione al codice della strada.
Lungo la strada dei Vivai (un vero e proprio trabocchetto con i limiti di velocità che passano dai 90 ai 70 ai 50 orari) ho superato il limite di 10 chilometri. Il 31 ottobre verso la sanzione di 140 euro che prevede la riduzione del 30 per cento senza rendermi conto di aver superato di due giorni la scadenza (c’erano un sabato e una domenica di mezzo). Dopo due anni di silenzio questa mattina mi arriva una ingiunzione di pagamento di altri 234 euro avendo pagato con due giorni di ritardo. Francamente se questo è il metodo con cui un comune vuole educare al rispetto delle regole stradali mi sembra ridicolo. Mi si poteva avvertire subito che il versamento era in ritardo ed avrei pagato i 60 euro che mancavano per il pagamento entro i 60gg. O invece questo è solo un metodo francamente che sa di tanto furbesco per fare cassa? Mi si potrà anche dire che questa è la legge. Ma il buonsenso?».

Legge, buonsenso, cassa. È il paradigma che traccia nelle sue considerazioni Maurizio Francescon, direttore di Confesercenti Padova, vittima pure lui dell’occhio elettronico lungo la Vivai a Sant’Angelo. Uno dei tanti autovelox fissi di cui sono puntellate le strade di città e provincia e che appioppano migliaia di multe e rimpinguano con milioni di euro ogni anno le casse dei Comuni. Nel bilancio previsionale del comune di Sant’Angelo di Piove, per esempio, sono stati inseriti un milione 430 mila euro di proventi da autovelox per quest’anno. Prima che fosse installato il dispositivo, il capitolo delle sanzioni del codice della strada era quasi irrisorio. Lungo la Vivai, che migliaia di padovani percorrono in questa stagione per raggiungere le spiagge, c’è un secondo autovelox, a Piove di Sacco. Mentre quello di Sant’Angelo fotografa le auto dirette a Chioggia, quest’altro sanziona invece quelle dirette verso Padova. Il limite è sempre di 70 chilometri orari, gli incassi sempre enormi. Un milione 600 mila euro l’anno per le casse piovesi, cifra a cui contribuisce anche l’autovelox sulla Sr516 ad Arzerello.
Di recente anche sulla Romea, nel tratto in territorio comunale di Codevigo, frazione Rosara, è stato installato un dispositivo fisso che in pochi mesi ha fruttato 650 mila euro. Nella Bassa padovana l’unico autovelox fisso è quello lungo la Sr10 (Monselice Mare) a Este: 90 chilometri orari in entrambi i sensi. Puntellata di rilevatori di velocità anche la SR53 “Postumia” che passa per Cittadella e Carmignano e dove si contano quattro postazioni fisse con limite di 70 chilometri orari e incassi, anche in questo caso, milionari.
La sola Cittadella di sanzioni mette a bilancio circa 2 milioni e 300 mila euro l’anno. Un piccolo esercito di autovelox è quello schierato lungo l’asse della Nuova Strada del Santo, la SR 308: una postazione è a Camposampiero, due a Campodarsego, uno a Loreggia e uno a Cadoneghe. Il limite è di 90 chilometri orari e i bilanci dei comuni, anche in questo caso, possono solo che ringraziare. Villafranca conta un autovelox sulla Provinciale 12 più altri 4 su vie comunali, Limena ne ha uno sulla Provinciale 94 e tre su strade comunali. Sono tra i più datati in provincia e le multe sono progressivamente calate negli anni.
Padova, infine, ha scelto la tangenziale per piazzare otto autovelox fissi, ma altri quattro sono pronti per essere attivati a fine estate. Una media di 350 sanzioni al giorno, oltre 4 milioni di euro di multe, al netto della quota spettante a Veneto Strade per i tratti di sua competenza e al comune di Albignasego che si prende la metà degli incassi dell’autovelox in curva Bentsik. Sono molti i Comuni, tra cui Padova, Piove di Sacco e quelli attraversati dalla SR308, che attivano gli autovelox solo in alcune fasi del giorno o della settimana. Cassa, insomma, ma non troppa.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova