Ago dimenticato dentro la pancia medici assolti per querela tardiva
Beffa per un imprenditore di Baone, partita l’azione civile per ottenere 400 mila euro dall’ospedale «La sentenza mi lascia l’amaro in bocca, per due anni non ho potuto lavorare e sono iniziati i guai»
BAONE. Dopo aver vissuto due anni con dolori lancinanti per un ago chirurgico dimenticato nell’addome durante un’operazione, Paolo Andreose, 58 anni di Baone, oltre a non aver incassato ancora nulla di risarcimento, deve subire pure la beffa di vedere il chirurgo e la strumentista responsabili di quella dimenticanza prosciolti per tardività della querela. Infatti il giudice ha ritenuto che i 90 giorni di tempo per presentare la denuncia partissero dal momento nel quale Andreose era venuto a conoscenza che quei forti dolori che gli impedivano di lavorare, erano causati dall’ago dimenticato: non dal momento dell’operazione per la rimozione, ma da quella, antecedente delle radiografie che mostravano il tutto. Quindi sono stati prosciolti Gianfranco Da Dalt, chirurgo, ed Elisabetta Moretto, strumentista dell’equipe chirurgica della Clinica Chirurgica Prima dell’Azienda ospedaliera, che il 15 dicembre 2010 dopo un intervento di ileostomia, omettevano di rimuovere un ago privo di cruna e filo di sutura nel tessuto sottocutaneo, causando un’infiammazione cronica. Va detto che il giudice non è entrata nel merito delle accuse penali, ma si è fermata all’improcedibilità. Per il giudice, Andreose apprende di avere un corpo estraneo dall’esame del 3 luglio 2012. Il 2 agosto si opera a Ferrara e viene tolto l’ago: da allora sta bene, anche se per due anni ha assunti farmaci che hanno compromesso la sua salute. Il 25 ottobre denuncia il tutto ai carabinieri di Este: per il giudicante è troppo tardi. «Daremo battaglia in sede civile, ho già citato come responsabile l’intera equipe del reparto e l’Azienda Ospedaliera in solido» assicura l’avvocato Laura Massaro che tutela Andreose con il collega Giovanni Daniele Toffanin «Oltre al danno patito, conteggiamo anche il mancato guadagno, visto che in quei due anni il nostro cliente ha subito una contestazione di Equitalia in merito alla violazione degli Studi di settore della sua attività. Noi stimiamo il danno complessivamente in 400 mila euro. Il problema della responsabilità medica non si sposta dopo questa sentenza penale».
«Questa decisione del tribunale mi lascia l’amaro in bocca» aggiunge Andreose «Per due anni quell’ago ha “camminato” in pancia e io non sapevo che c’era. I medici dicevano che gli esami non facevano emergere nulla di strano e di portare pazienza che mi sarebbe passato. Ho interrotto la mia attività professionale per 600 giorni e questo è stato l’inizio dei miei guai anche per i successivi accertamenti fiscali. Non ho lavorato per i dolori e non ho certo omesso di dichiarare incassi mai avuti».
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