Al Bo sciopero dei professori: Erasmus e lauree a rischio

Da oggi fino al 31 dicembre 140 docenti protestano contro il blocco degli scatti salariali. Il sindacato studenti: «Rivendicazioni legittime, ma lo strumento di lotta è sbagliato»
PD 28 luglio 2003 G.M...Bò , facciata ..(MILANESI) Facciata del Bò - MILANESI
PD 28 luglio 2003 G.M...Bò , facciata ..(MILANESI) Facciata del Bò - MILANESI

PADOVA. Inizia oggi lo sciopero dei prof: gli appelli universitari potrebbero saltare fino al 31 ottobre, ma in una sola data per ogni esame. La protesta, indetta dal "Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria", ha raccolto circa seimila firme a livello nazionale, di cui 140 a Padova. Non è automatico, tuttavia, che chi ha firmato aderirà anche allo sciopero, né che chi non ha firmato non decida poi di scioperare. Le adesioni, al Bo, sono a macchia di leopardo: tra i nomi che compaiono nel documento ci sono, solo per citare qualche esempio, Claudio Mulatti (Psicologia dello Sviluppo), Antonio Masi (Matematica), Pietro Giusti (Chirurgia), Mario Pomini (Economia), Laura Guidolin (Biologia), Sara Gesuato (Studi Linguistici e Letterari) e molti altri.

Causa del contendere sono i mancati scatti stipendiali, oggetto di una vertenza che si trascina senza esito fin dal 2014, come testimoniano numerose lettere firmate da oltre 10. 000 e più professori, ricercatori ed enti di ricerca. L’ultimo atto è la proclamazione dello sciopero: una misura estrema, che rischia di mettere seriamente in difficoltà centinaia di studenti, e in particolare coloro che hanno scadenze ravvicinate (la laurea o la partenza per l’Erasmus, ad esempio).

Il Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria, quindi, ha divulgato nel weekend delle linee guida da rispettare: si può scioperare per un solo giorno, in corrispondenza del primo appello in ordine temporale nel periodo 28 agosto-31 ottobre (gli appelli prima e dopo non contano); se un docente ha più insegnamenti, sciopera solo dal primo appello; se ha un solo appello per l’insegnamento da cui sciopera, deve chiedere alla segreteria di istituire un appello straordinario a partire dal quattordicesimo giorno dopo la data originaria; se c’è una commissione d’esame formata da più docenti, e non scioperano tutti, l’iscrizione può essere fatta e l’appello può svolgersi regolarmente, anche con dei docenti in meno.

Difficile prevedere con certezza quanti esami salteranno, ma se lo scopo è quello di creare disagio l’obiettivo è già raggiunto. Centinaia di studenti in crisi stanno contattando le segreterie e le associazioni studentesche, ma i docenti, per diritto sindacale, non sono tenuti a comunicare in anticipo le proprie intenzioni. «Le rivendicazioni dello sciopero sono più che legittime» commentano i rappresentanti di Studenti per – Udu Padova «crediamo tuttavia che l’astensione dagli esami di profitto sia uno strumento di protesta sbagliato: rischia di produrre una spaccatura nell’università, invece di creare la coesione necessaria».

 

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