Alberto Bevilacqua, l’ultimo saluto a Roma

ROMA. Ultimo saluto, a Roma nella Chiesa degli artisti, allo scrittore Alberto Bevilacqua, morto il 9 settembre per un arresto cardiocircolatorio, all’età di 79 anni. Nella chiesa in Piazza del Popolo c’erano la compagna Michela Macaluso e la sorella Anna, per mesi protagoniste tra loro di un'aspra polemica sulle cure e l'assistenza prestate allo scrittore nella clinica Villa Mafalda dove è stato ricoverato a lungo. Il caso era finito anche sul tavolo della procura a Roma. Dall’autopsiaè emerso il decesso per «scompenso cardiaco dovuto a una insufficienza multiorgano», risultato che secondo il legale della sorella di Bevilacqua, non sarebbe dovuto a deficit al livello di assistenza e di terapia. A sollecitare l’autopsia, contro il volere della sorella, era stata proprio la compagna che anche nei mesi scorsi, pubblicamente, aveva contestato l’assistenza che nella clinica veniva fornita allo scrittore.
Durante i funerali le due donne non si sono rivolte parola. Il feretro di Bevilacqua è uscito dalla chiesa sulle note della “Califfa”, colonna sonora del film del 1970 diretto da Bevilacqua e tratto dal suo omonimo romanzo del 1964.
Forte la disperazione di Michela Macaluso che è crollata a terra in lacrime davanti al feretro. Composto al contrario il dolore della sorella Anna che non ha voluto aprire polemiche: «Questo non è il momento di parlare di altri argomenti» ha risposto ai croniati che le chiedevano notizie in merito agli scontri dei giorni scorsi. «Adesso il mio unico pensiero è Alberto che aspetta di essere portato a casa a Parma per essere sepolto tra i genitori e il nonno paterno».
Tra i presenti per dare l'ultimo saluto allo scrittore anche il giornalista Luca Giurato e l'ex assessore regionale Umberto Croppi.
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