Albignasego: «Ero la preferita di don Marino ma non sono stata sua amante»

ALBIGNASEGO. «Sì, ero la preferita di don Marino, ma non sono mai stata la sua amante». Rompe il silenzio, ma anche l’assedio delle maldicenze che da settimane ormai la tengono prigioniera dell’ignoranza e della cattiveria di quelle “comari d’un paesino” che brillano sin troppo d’iniziativa. Sino ad addossarle la colpa dell’allontanamento di don Marino Ruggero dalla parrocchia di San Lorenzo in Roncon. Un provvedimento adottato il 2 gennaio scorso «non senza dispiacere» dal vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla.
La chiameremo Maria, nome di fantasia per tutelare la sua privacy anche se in paese è sulla bocca di tutti. Sì, perché a dare scandalo sarebbero stati i «comportamenti non consoni allo stato clericale, inerenti agli impegni derivanti dall’obbligo del celibato per i preti» da parte di don Marino. Questo stando all’accusa mossa dal tribunale diocesano cui l’ex parroco dovrà rispondere.
«Sono arrivata ad Albignasego, lasciando il mio paese che adoravo, perché qui ho trovato un lavoro e anche l’amore. Maledetta quella volta».
Cos’è? Pentita della scelta? «No, non sono pentita, ne è valsa la pena. Ma le chiacchiere, le maldicenze, i pettegolezzi di questi giorni mi stanno facendo davvero male».
È additata da tutto il paese come l’amante di don Marino, la causa del suo allontanamento...
«Non sono mai stata la sua amante. La gente ha cominciato a mettere in giro la voce che ero la sua preferita, in realtà don Marino usava con me la stessa gentilezza che ha sempre usato con le altre persone, anche con quelle che lavorano insieme a me. Contro di me e don Marino è stata montata una campagna di fango, ma tutto deve avere un limite. Pensi che mi sono trovata i giornalisti sotto le finestre del posto di lavoro. Ora basta, non ne posso più. Sto pensando di rivolgermi ad un legale».
Si spiega tutto questo accanimento?
«Non me lo spiego, ma ribadisco che tra me e don Marino non c’è stato nulla».
Fin qui la donna ferita dai pettegolezzi ma non nell’orgoglio. La sua versione, dunque, rafforzerebbe la difesa dell’ex parroco che, nelle sue ultime omelie ha cercato di stanare «quelli che vanno avanti e indietro per la Curia con l’intenzione di diffamare».
Prendono voce, dunque, i tifosi di don Marino, quelli che chiedono al vescovo di far tornare il prete in parrocchia e che per questo motivo venerdì sera sfileranno con le fiaccole per le vie del quartiere, attorno alla chiesa, in silenzio. E si nasconderebbero fra questi, però, gli anonimi che nottetempo hanno vergato un volantino colmo d’ accuse (tutte da dimostrare) contro la presunta amante del prete e la sua cerchia familiare. Volantino dal quale sia la Curia che il Consiglio pastorale si sono dissociati condannando severamente il gesto e gli ignoti autori. Lo stesso volantino s’incardina sulle relazioni e sui rapporti di parentela che legano i membri della famiglia dipinta come molto influente in paese e con solide entrature nella Curia padovana. La stessa famiglia che ha accolto la presunta amante nel suo seno qualche anno prima che don Marino facesse il suo ingresso nella parrocchia di San Lorenzo. Una famiglia potente ma che riflette le divisioni della comunità tra i pro e contro don Marino con annessi veleni e livori. Come in un’intricatissima trama da soap opera.
Ma l’uscita della presunta amante scombina gli scenari prefigurati da innocentisti e colpevolisti. In attesa del processo canonico che faccia finalmente chiarezza.
Certo che se le dichiarazioni di Maria sembrano scagionare il prete in paese c’è chi giura e spergiura di aver visto proprio Maria varcare le soglie della Diocesi. Per denunciare don Marino? Per difenderlo? Perché incastrata in un gioco di vendette familiari?
Certo che dicerie e maldicenze su Maria sono state messe in giro la scorsa primavera dalla figliastra. Ad arte? Con quale scopo? E in questo caso non ci sono solo testimoni pronti a giurare, ci sono piuttosto i post lasciati su Facebook con tanto di dichiarazioni relative a “prove” del misfatto. Le stesse “prove di cui parla il vescovo nel comunicato in cui annuncia le “dimissioni” di don Marino?
L’ex parroco di San Lorenzo, prima di essere «ridotto al silenzio» per obbedienza al vescovo, com’è nel suo temperamento sanguigno, non ha esitato a ingaggiare una sfida con la figliastra di Maria a suon di botta e risposta su Facebook. Poi il silenzio e l’oblio cercato lontano dalla casa dei genitori e dal frastuono delle chiacchiere.
«Mi sento serena, la mia coscienza è assolutamente a posto, guardo la gente negli occhi» scandisce Maria. «L’amore è sopra ogni cosa...». —
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