Alessandro Gori “Lo Sgargabonzi” arriva a Conegliano
Sabato 13 aprile porta il suo nuovo spettacolo “Certo che anche i partigiani...” al Bar Radiogolden. «Treviso? Per me è Dal Negro, carte e giochi da tavolo»

Alessandro Gori, creatore del blog Lo Sgargabonzi, porta sabato 13 aprile sera a Conegliano il suo nuovo spettacolo “Certo che anche i partigiani…”, ospitato dal Bar Radiogolden in un evento realizzato in collaborazione con Lago Film Fest. Premio Satira Forte dei Marmi 2022, Gori, avido esteta del verbo acuminato e della satira iconoclasta, celebra i suoi dieci anni sul palco ritornando nelle terre dove tutto è iniziato: dopo aver debuttato per la prima volta davanti a un pubblico durante il Lago Film Fest di Revine, la (già) voce fuori campo de “Una Pezza di Lundini” macinerà parole in libertà riflettendo sulle sue prime devastanti esperienze nell’area Unesco di Conegliano.
Dalle ore 21, ingresso a 5 euro (solo posti in piedi).
Leggenda vuole (o forse no) che il debutto di fronte a un pubblico risalga a una decina d’anni fa, al Lago Film Fest di Revine. Ricorda di quell’esordio?
«Mi chiamarono per un fuori programma di cinque minuti durante la serata della premiazione, dovevo leggere le 20 Curiosità sul Rapimento Moro. Mi accorsi di non essere emozionato prima di salire sul palco, e così è sempre stato negli undici anni che sono seguiti. Fu un debutto di gioiosa grezzezza: mi sfuggivano i fogli di mano e perdevo continuamente il segno. Doveva essere un momento di satira fulmicotonata, divenne un tributo all’ispettore Clouseau».
Che spettacolo ci aspetta a Conegliano?
«Sarà un “come eravamo” intimo e confidenziale, tipo lo special del Maurizio Costanzo Show con Bongiorno, Corrado e Vianello. La cornice sarà l’intervista che vedrà Eugenio Migotto come relatore, che si è laureato in Lettere Moderne con la prima tesi su di me. E uno dice: avrà preso poco? No: 110 e lode con piadina accademica».
Stand-up sul palco/scrittura: chi vince?
«A me interessa solo scrivere libri, la mia dimensione sul palco è del tutto ancillare a questo. Non ho mai sognato di fare il comico: se il tuo desiderio è quello di salire su un palco e far ridere la gente, per me devi curarti in psichiatria».
Nell’ultimo libro è comparsa anche la poesia; come è nato, e a cosa sta lavorando attualmente?
«Ho scritto un libro di poesie perché mi hanno sempre annoiato le poesie umoristiche, volevo scrivere un libro valido da far trovare quello scaffale. Attualmente invece sto cesellando “Gruppo di leprecauni in un interno”, che uscirà per Rizzoli Lizard il 18 giugno: un’antologia di racconti in cui trito a dadini i demoni minori della nostra contemporaneità».
Quale potrebbe essere il ritratto di un fan tipico di Gori?
«Nudo con un cappello da parroco di campagna, cravatta rossa, maschera di Pertini, ciabatte Epson ricevute in regalo con la stampante, skate».
Cosa evocano le parole “Veneto”, "Conegliano" e “Treviso”?
«Treviso mi evoca la Dal Negro, del resto i giochi da tavolo sono la mia passione e quindi anche i giochi di carte. Il loro Mercante in Fiera l’ho regalato a Paolo Bacilieri, perché volevo ci si ispirasse per le illustrazioni del nostro libro “Canzoniere dei parchi acquatici».
Lo Sgargabonzi ha mai pensato di creare un gioco da tavolo?
«Mi piacerebbe molto, e forse sarà il mio progetto dopo il nuovo libro. Ho in mente uno speculativo sullo stile del classico “Acquire” di Syd Sackson, datato 1963, ma con un paio di twist interessanti».
E la tivù?
«Spero vivamente mai più».
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