Una testimone: «Alessio parlava male di Franco. Anche io sono stata una sua vittima»

Le indagini sull’omicidio di Limena. Una donna racconta di aver denunciato il triestino Alessio Battaglia. per violenza domestica dopo un anno d’inferno: «Per colpa sua sono rimasta senza lavoro ed ho rischiato di perdere mio figlio»

Edoardo Fioretto
Alessio Battaglia
Alessio Battaglia

Non sono solo macchie di un passato remoto a riemergere sul conto di Alessio Battaglia, 41 anni, nato e cresciuto a Trieste ma da diversi anni radicato nel Padovano. E in queste ore, mentre tutti lo cercano per capire come siano andate le cose nell’abitazione di Limena a farsi avanti è una donna residente nel Padovano.

Una donna che si professa vittima di Battaglia e che ha presentato una denuncia contro di lui. Per questa ragione, quando ci parla, le garantiamo l’anonimato. La donna spiega di averlo denunciato lo scorso dicembre per violenza domestica, dopo una serie di abusi psicologici e fisici subiti nel corso di quasi un anno di relazione. Parole che trovano riscontro tra gli inquirenti che si stanno occupando dell’omicidio di Bergamin.

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«Dico solo che ho sofferto per un anno. Ho perso il lavoro, stavo per perdere mio figlio e la macchina. Ho perso un lavoro che svolgevo da più di trent’anni, e tutto per colpa di Alessio», racconta la donna. Nella sua voce e nelle parole tremanti si nasconde ancora il dolore di ferite che si devono ancora rimarginare.

«Alla fine Alessio mi ha picchiata quattro volte», spiega, trovando il coraggio di rispondere alle domande. «E l’ultima che mi ha messo le mani addosso, il 17 novembre, è stata così pesante che ho finalmente deciso di denunciarlo». Da allora, spiega la vittima, ha iniziato un percorso con specialisti per rimettersi in piedi e riprendere in mano la propria vita. Ma il lascito di quella relazione si ripercuote anche sul presente. Non solo con il peso di quella violenza, ma anche negli aspetti economici.

«Ho ricominciato a lavorare grazie a mio figlio», aggiunge, «ma Alessio mi ha riempito di debiti, si è portato via almeno 10 mila euro dei miei risparmi, e sto ancora finendo di pagarli. Ma del fatto che sia ricercato, non mi voglio interessare». Il coraggio della donna non si limita al fatto di essere riuscita a denunciare l’uomo che le reso la vita un inferno, ma anche nell’avere trovato la forza di andare oltre. Di trasformare quell’odio per la persona che tanto l’ha ferita, in una chance per iniziare una nuova vita.

«Mi dispiace per Franco, che era una brava persona. L’ho accompagnato a Sottomarina una volta con Alessio», spiega la donna. «So solo che Alessio ha sempre parlato male di questo anziano», spiega. Che aggiunge: «Io sono una vittima, ma come me ce ne sono altre. Altre ragazze di cui ho i contatti e che hanno paura a farsi avanti. Mi dicono tutte di essere forte, e così farò per la mia famiglia».

Nel frattempo i precedenti di Alessio tornano a riemergere, definendo possibili legami col presente. A Trieste era stato arrestato per un raggiro a persone vulnerabili: nel tempo aveva estorto denaro alle vittime, dieci euro per volta. I vicini di Franco raccontano però di singole richieste di denaro, senza minacce o violenza, per conto di Alessio: «Ogni tanto ci chiedeva dieci euro per conto del suo inquilino, noi però non glieli abbiamo mai dati».

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