Allarme-furti alla Paltana: «Qui viviamo nel terrore»

Mobilitati con un esposto anche i residenti dei quartieri Armistizio e Don Bosco: «Chiediamo a sindaco, prefetto e forze dell’ordine di aumentare i controlli»
FERRO - PATTUGLIA IN VIA VITTORSIO VENETO 31, BASSANELLO
FERRO - PATTUGLIA IN VIA VITTORSIO VENETO 31, BASSANELLO

PALTANA. Venticinque vittime di furti hanno firmato e inviato un esposto al prefetto, al comando dei carabinieri ed al sindaco. Sono tutti residenti tra Armistizio, Paltana e Don Bosco. È già la seconda denuncia dei residenti in queste zone, la prima da parte di alcune famiglie di via Chioggia.

Dalla scorsa estate in quartiere vivono una “psicosi”: «si è manifestato – scrivono nella denuncia – un aumento di danneggiamenti e altri episodi che hanno messo in repentaglio l'incolumità delle nostre proprietà e la serenità dei cittadini». Le vie prese di mira dai predoni sono Castelfranco, Toblino, Gemona, Romana Aponense, Ponte della Cagna, Vittorio Veneto, Chioggia, Madonnina, Armistizio e Decorati al valor civile.

«Ricordandoci delle promesse fatte dal sindaco Massimo Bitonci e dall'amministrazione comunale – sottolineano - di dare una maggiore sicurezza a tutta la città, periferie comprese, chiediamo alle autorità d'intervenire, fornendo maggiore sorveglianza alla zona, aprendo spazi culturali e ricreativi, illuminando le vie più buie e mantenendo costante la manutenzione del quartiere».

Di recente aveva sollevato la questione il consigliere comunale democratico, Enrico Beda. Poi Massimo Bitonci, durante l'incontro con i cittadini del quartiere, era stato duramente contestato. Ma le odiose visite continuano ad imperversare.

Quello che spaventa maggiormente gli abitanti della zona, è che la microcriminalità agisce alla luce del sole e non sembra essere disturbata dagli strumenti anti intrusione: una casa è stata svaligiata in barba all'allarme e il proprietario non è riuscito ad entrare perchè i ladri avevano bloccato il cancello con un ferro; un'altra casa è stata depredata in due ore, il tempo di festeggiare, poco distante, il compleanno della nipotina; una famiglia si è trovata l'appartamento sotto sopra la vigilia di Natale: erano andati a portare il panettone alla figlia che abita a 200 metri. C'è chi non prende più il bus perchè alle fermate si trovano gruppetti di stranieri e chi toglie il nome dal campanello. Qualcuno si difende come può, addirittura barricando le 20 finestre di casa.

«Ormai siamo teatro di furti e truffe continue», protestano i firmatari, «Due signori di 60 anni, non rimbambiti, hanno praticamente consegnato i valori a due finti operai dell'acquedotto dietro l'assurda spiegazione che la vicinanza dell'oro inquinava l'acqua». Bastano due chiacchiere tra commercianti e residenti per capire che il termometro della paura è bollente: «ero venuta nel rione Armistizio 4 anni fa perchè considerato sicuro – dice Emma – ora mi sento beffata».

«In giro c'è fame», aggiunge Valeria Calore, la fioraia, «ci vorrebbe lavoro per tutti, invece cresce solo la diffidenza degli uni contro gli altri». «Hanno cercato di scipparmi», racconta Maria Grazia Bonvento, «mi sono salvata perchè era pomeriggio ed ho urlato più forte che ho potuto».

«Intuisco quanto va male dai lucchetti e dalle catene che comprano i miei clienti», riferisce Lorenza della ferramenta da Toni, «perchè sono indice di bici rubate e magazzini, garage e cancelli forzati». I più ottimisti si affidano al fato: «non posso vivere nell'angoscia», taglia corto Rita Babbeto, «i ladri se devono venire, arrivano». Stefano Valente, il tabaccaio di via Armistizio, si sente fortunato: «per il momento sono stato graziato, ma ne sento una al giorno».

 

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