Alleanza Amazon-Maap per l’e-mercato

INVIATO A BERLINO. «Il Maap può diventare la piattaforma per il Nord di Amazon, che vuole aprire in Italia all’ortofrutta ma ha bisogno di logistica, capannoni e trasporti. Servizi che solo noi possiamo dargli». Non solo un processo, già avanzato, di internazionalizzazione per il mercato agroalimentare di Padova. C’è anche l’incontro con il mondo dell’e-commerce. Una rivoluzione che, volenti o nolenti, bisogna affrontare. I primi contatti sono già avviati e nei prossimi mesi si lavorerà alla definizione di un piano e al coinvolgimento delle realtà padovane del settore.
Poche settimane fa c’è stato il primo incontro ufficiale con l’arrivo negli uffici di corso Stati Uniti di Francesco Semeraro, giovane responsabile per Amazon del “Made in Italy”. Un momento di conoscenza per gettare le basi di una futura collaborazione. I manager italiani del colosso elettronico di Jeff Bezos sono da tempo alla ricerca di un modo per sbarcare nel settore ortofrutticolo. E dopo un primo “abboccamento” con Verona, hanno puntato sul Maap della città del Santo, il primo mercato agroalimentare per export in Italia, con una forte presenza (anche societaria) dei grossisti. «Sono venuti da noi perché hanno visto le potenzialità di questo mercato, in termini di strutture ma anche di aziende presenti», spiega il presidente Domenico Minasola. «Noi abbiamo il dovere di provarci: saremmo il primo “e-mercato” d’Europa. Certo dei pionieri, ma chissà che un giorno questa esperienza non diventi una case history, un esempio da studiare”.
Un’internazionalizzazione, quella del Maap, rafforzata dalla presenza alla più grande fiera ortofrutticola d’Europa, “Fruit Logistic” a Berlino, dove anche ieri si sono alternati incontri e trattative, con migliaia di visitatori al “Pedrocchi in miniatura” che rappresenta la città di Padova.
Non sarà un percorso semplice, quello con Amazon. Lo sa bene il direttore del Maap, Francesco Cera, che ha una lunga esperienza nel settore: «Nei mercati 40 anni fa arrivarono i supermercati e non furono capiti. Abbiamo visto com’è andata a finire. Adesso l’e-commerce è destinato ad affiancarsi al camion e alla piattaforma di carico. Sappiamo che è un inizio e che è tutto ancora da creare. Ma in questo mercato vogliamo esserci».
Per prima cosa si farà un tavolo di lavoro con i manager del sito, i dirigenti del mercato e anche i grossisti, per “studiare” la pratica. «Maap è un hub distributivo per cinque canali commerciali: estero, dettaglio, ambulanti, ristorazione e supermercati», aggiunge il direttore. «Non possiamo però ignorare il sesto canale che sta nascendo. Non credo soppianterà gli altri, ma ci sarà sempre di più. Far finta di niente non serve».
La novità vale per entrambi: Amazon infatti non ha mai lavorato, in Italia, con un mercato all’ingrosso. La proposta del sito è stata quella di rientrare in “Made in Italy”, una sezione (in gergo tecnico un Marketplace) dedicata all’artigianato del nostro Paese. Serve però la capacità di trasportare la merce in tutta la Penisola.
Quanti mesi ci vorranno per vedere concretizzata questa idea? «Non ci siamo dati un orizzonte temporale, perché siamo due mondi molto lontani che si stanno incontrando», risponde Cera. Un progetto su cui, nonostante l’alto tasso di innovazione, la parte pubblica vuole giocare la sua parte, a favore dello sviluppo del territorio: «Noi da sempre facciamo questo lavoro», spiega il presidente del Maap. «Siamo come la direzione di un centro commerciale: ci occupiamo delle strutture e del mantenimento del mercato, ma creiamo anche nuove opportunità per i nostri grossisti».
Certo i contatti sono iniziati ben prima della bufera mediatica che ha colpito il colosso elettronico per l’annuncio di voler controllare i propri lavoratori: «Al Maap gli unici braccialetti che abbiamo appartengono alle nostre signore», ironizza Minasola. «Diamo lavoro a centinaia di persone e ci teniamo a tutelare tutti».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova