Allontanamento sospeso Si ascolterà il ragazzino

Alla fine l’ultima parola sarà quella di Marco (nome di fantasia, ndr) il ragazzo di 13 anni di cui il tribunale dei minori aveva disposto l’allontanamento dalla madre perché giudicato, tra le altre cose, «effeminato». I giudici infatti hanno deciso la sospensione del provvedimento e il prossimo 13 marzo toccherà a lui parlare. Dirà la sua davanti ai giudici e a quegli assistenti sociali che ne segnalavano la «difficoltà di identificazione sessuale», nell’ambito di un «disturbo di personalità», e che ne consigliavano un «percorso di revisione del suo mondo interno». Un caso che era esploso in tutta Italia, soprattutto per la durezza della decisione del tribunale.
«Siamo soddisfatti soprattutto perché il tribunale ha capito che effettivamente al centro di tutta la vicenda non ci sono gli adulti, i genitori o i servizi sociali, ma un ragazzino di 13 anni che può esprimere finalmente quello che pensa – commenta l’avvocato della madre, Francesco Miraglia – Questo dovrebbe valere anche per altri casi. Prima di prendere una decisione su un minore bisogna comunque ascoltarlo».
Soddisfatto anche il deputato Pd Alessandro Zan che aveva presentato un’interrogazione sul caso: «Se l’allontanamento è stato sospeso evidentemente c’è qualche dubbio sull’efficacia di questa decisione – sottolinea – Ma al di là del singolo caso resta la necessità di un lavoro di formazione e informazione del personale pubblico su orientmanento sessuale e identità di genere. In molti casi non ci sono riferimenti culturali ma neppure un vocabolario adeguato». (c.mal.)
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