Alti, magri, biondi e più malati di cuore

Padova sa ascoltare il cuore. E c’è una Scuola che insegna a farlo. Con l’orecchio. Fine e allenato. Perché quando si parla di cuore, la tecnologia non basta. “L’arte medica dell’ascoltazione” la definisce il professor Sabino Iliceto, direttore della Scuola di Cardiologia dell’Università di Padova e della Clinica Cardiologica dell’Azienda ospedaliera. Sul cuore il professor Iliceto racconta un bel po’di cose. Per esempio come gli sia più fatale l’inquinamento atmosferico anche rispetto ai polmoni, o come cioccolato, caffè e persino il vino siano invece dei buoni alleati.
Professore di recente un suo gruppo di ricerca ha fatto una scoperta importante sul prolasso della valvola mitrale. Di cosa si tratta?
«La ricerca padovana ha codificato le aritmie originate dal prolasso mitralico, individuando tramite risonanza magnetica le piccole cicatrici nel muscolo cardiaco che sono causa dei piccoli cortocircuiti che le provocano. È una scoperta importante perché aiuta a riportare nella giusta dimensione questa patologia che un tempo si riteneva molto più diffusa. Oggi sappiamo che colpisce circa l’1 per cento della popolazione» .
Cosa comporta?
«Spesso si convive senza conseguenze con il prolasso mitralico, talvolta provoca palpitazioni, altre volte predispone a dolori toracici, ma non all’infarto. Raramente è causa di morte improvvisa. Si pensava che il soggetto nascesse con questo problema invece abbiamo scoperto che c’è una predisposizione che si sviluppa negli anni, in genere dopo la pubertà. Ora la ricerca, che condurremo in collaborazione con l’Università di San Francisco, mira a capire se il gene si sviluppa sempre oppure no e perché» .
C’è anche un “tipo” fisico che risulta più predisposto a questa patologia.
«In genere, ma non è una regola, i soggetti con prolasso mitralico sono magri, longilinei, di carnagione chiara e con i capelli biondi. Ma attenzione, non significa nel modo più assoluto che tutti i magri e biondi hanno questo problema».
Come si fa la diagnosi di prolasso mitralico?
«Si parte dall’ascoltazione del cuore. È l’orecchio del cardiologo il primo strumento di analisi. Quest’arte non va accantonata in favore della tecnologia: clinica e strumentazione devono convivere, sono essenziali l’una all’altra, per questo nella nostra Scuola l’ascoltazione del cuore viene considerata importante e viene insegnata. L’orecchio sente il “click”, un rumore ad alta frequenza che è sintomo del prolasso» .
Quali sono le malattie cardiache più diffuse?
«Sicuramente la cardiopatia ischemica, la malattia delle coronarie, che porta all’infarto ma può essere curata» .
Quali sono i nemici del cuore?
«Nell’elenco dobbiamo inserire la genetica, il fumo, il diabete, l’obesità, il colesterolo, la sedentarietà e lo stress. E studi recenti hanno dimostrato anche come l’inquinamento atmosferico sia dannoso per il cuore, ancor più che per i polmoni. In particolare provoca infiammazioni e trombosi delle coronarie che possono causare aritmie e infarto».
Cosa aiuta invece a tenere in forma il cuore?
«Una dieta equilibrata, mediterranea, e l’attività fisica. Uno stile di vita che generalmente possiamo definire sano».
Qualche segreto?
«Una o due tazzine di caffè al giorno possono far bene, poiché la caffeina ha un effetto protettivo sulle coronarie. Ma non vale per tutti, perché in alcuni la caffeina può stimolare anche un’aritmia. Lo stesso vale per il vino rosso, come dicevano una volta “fa buon sangue”, ma la modica quantità è d’obbligo. Infine anche piccole dosi di cioccolato fondente fanno bene, in questo caso per le proprietà antiossidanti» .
Qual è la frontiera più promettente della ricerca in campo cardiologico?
«Sicuramente quella farmacologica per la cura dell’insufficienza cardiaca non refrattaria. Molti progressi sono già stati fatti, ma molto si può ancora fare. Un altro ambito molto promettente è quello della relazione fra cuore e cervello».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova