Anche i pesci sanno contare: la sfida studenti-gambusie

La ricerca e la singolare gara alla facoltà di Psicologia. I coordinatori dello studio: "Dal punto di vista dell'aritmetica, hanno capacità prescolari"
PADOVA. I primi hanno dalla loro parte dita e calcolatori, i secondi solo le pinne. Il dipartimento di Psicologia dell'Università ha dato vita a una singolar tenzone, anche se ad armi impari: pesci contro studenti universitari. Oggetto della sfida, le rispettive capacità aritmetiche. Com'è finita? Con un pareggio.


«Sorprendentemente - spiegano Christian Agrillo e Angelo Bisazza, coordinatori dello studio - la ricerca mostra che per i pesci discernere cento da duecento oggetti è ugualmente facile che distinguerne tra quattro e otto. Anche gli studenti non sembrano essere troppo influenzati dal numero totale di elementi da stimare, sebbene in questo caso vi sia una lieve, ma significativa flessione nella numerosità maggiore».


Universitari battono pesci, invece, quando si tratta di indovinare tra quantità sempre più simili tra loro: «I pesci mostrano una prestazione significativa solamente fino a un rapporto di due a tre: una capacità simile a quella dei bambini in età prescolare».


Ma come si insegna a un pesce a contare? Agrillo e Bisazza hanno istruito questi pesciolini. «Le gambusie - affermano - sono state addestrate a distinguere tra due quantità di oggetti per poter raggiungere i loro compagni posti all'esterno della vasca di addestramento». Poi è stato dato avvio alla gara.


Il motivo della sfida ha radici molto profonde: «Lo studio mostra come le capacità di stimare numerosità siano simili in specie che sono filogeneticamente molto lontane e il cui sistema nervoso differisce per dimensione e complessità. I risultati suggeriscono come i mattoni di base delle abilità matematiche della nostra specie possano in realtà essere molto antichi, anteriori alla divergenza tra i pesci e i vertebrati terrestri, avvenuta più di 400 milioni di anni fa».

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