«Anna e il suo sorriso speciale Ci mancherà la collega e l’amica»

TEOLO

I dipendenti del supermercato Coop di via Euganea a Tencarola sono angosciati per la perdita di una collega speciale, con una grande voglia di vivere e sempre con il sorriso sulle labbra. Qui Anna Bonafini, la trentacinquenne di Teolo deceduta domenica mattina al Covid Hospital di Schiavonia, lavorava da una decina d’anni. Era stata assunta come cassiera e poi era stata spostata al reparto pescheria. Da tempo stava lottando contro un tumore che inizialmente si era manifestato al seno, negli ultimi giorni a complicare il quadro clinico è stato il contagio da coronavirus.

«Anna era innamorata del lavoro che faceva, ci metteva il cuore proprio perché nel reparto pescheria era in continuo contatto con il pubblico ed è quello che amava», afferma Lucia, la dipendente della Coop che meglio di tutte conosceva la giovane teolese, «Stamattina (ieri per chi legge, ndr) alla riapertura del supermercato molti di noi si sono messi a piangere, non è possibile perdere una persona così, una collega e un’amica speciale. Il tumore al seno si era manifestato almeno una decina d’anni fa, forse ancora prima che iniziasse a lavorare da noi. Poi grazie alla sua tenacia e alle cure allo Iov di Padova sembrava l’avesse superato ed era tornata normalmente al lavoro. Sembrava un miracolo, invece un paio d’anni fa ha avuto una ricaduta e da allora il male ha iniziato lentamente a portarsela via».

La direzione della Coop ha saputo della scomparsa ieri mattina. Ora si sta organizzando con i dipedenti per ricordarla nel migliore dei modi. «Mi risulta che fino a giovedì della scorsa settimana fosse a casa con i suoi genitori», aggiunge Lucia, «Che era positiva al coronavirus l’ha saputo tre/quattro giorni fa, quando gli è stato fatto il tampone. In questo momento di grande dolore vogliamo esprimere la nostra vicinanza alla famiglia».

Anna Bonafini lascia i genitori Sergio e Bianca che vivono in via Calti Pendice a Castelnuovo e la sorella Serena, più giovane di lei di qualche anno. Nel suo profilo Facebook il 10 aprile scorso, quand’era uscita la notizia che allo Iov di Padova, dov’era stata più volte ricoverata per delle sedute di chemioterapia, c’erano dei contagiati da Covid-19, aveva manifestato la sua preoccupazione. Giorno per giorno attraverso i social si teneva informata dell’andamento della pandemia. Il 21 marzo, a un mese esatto dal primo focolaio in Italia, aveva evidenziato che c’erano stati in 24 ore 795 morti e invitava tutti a stare a casa. La trentacinquenne il 27 febbraio era passata dal Pronto soccorso di Schiavonia, prima che l’ospedale fosse dedicato completamente ai malati di Covid, per delle terapie contro il tumore e poi era tornata allo Iov. «Preferisco ridere anziché piangermi addosso. Magari il mio sorriso migliora la giornata di qualcuno», era il motto della ragazza dagli occhi verde chiaro come l’acqua trasparente del mare. —

Gianni Biasetto

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