Anna Oxa: «Canto solo per i vivi La mia storia tra musica e magia»

Anna Oxa canterà i più grandi successi della sua carriera venerdì 3 maggio alle 21 al teatro Toniolo di Mestre: è “Oxa History”, il suo nuovo live. Oxa è una delle interpreti più interessanti del panorama nazionale, un’artista in continua evoluzione.
Cos’è “Oxa History”?
«La scaletta è stata costruita con un senso logico preciso: i brani non sono scelti in base al fatto che questa è “History”, ci sono altri criteri. Perché in questo spettacolo metto insieme per la prima volta due forme d’arte, l’illusionismo e la musica, per raccontare la mia storia e il mio percorso artistico cominciato 37 anni fa. Ci sono elementi scenografici che creano vere magie, come un libro, che si animerà. Canterò brani del passato che non ho mai eseguito dal vivo, ma che sono ancora molto attuali».
Lei ha avuto una carriera splendida e lunga. Ci sono cose che, se potesse tornare, indietro cambierebbe?
«Il solo pensiero di tornare indietro per cambiare è una fregatura. Bisogna cercare di capire mentre si vive per porre rimedio agli errori».
Ci sono canzoni o album di cui è particolarmente orgogliosa?
«Non sono orgogliosa delle cose che ho fatto. L’orgoglio è un mezzucolo che appartiene a quella apparente coscienza che sovente crediamo di avere. Non è una questione di dare un giudizio alle cose che abbiamo fatto. Voglio vivere con autenticità le cose che faccio».
L’ultima edizione di Sanremo è stata caratterizzata dalle sue polemiche con Fazio.
«Problemi al Festival ci sono sempre stati, ma la situazione è peggiorata col tempo. Non ho fatto le mie osservazioni critiche per una questione personale, ma per fare capire alla gente come funziona. Nel mondo dello spettacolo tanti lavorano per la musica e tanti a favore del sistema e io non lavoro a favore di un sistema fallato. Presenterò dei progetti di legge con l’intento di far progredire la musica, l’arte e i vari settori della creatività. Come può coltivare la spiritualità un popolo senza arte?».
Lei ha collaborato con i più grandi autori italiani. Ci può regalare un ricordo di Lucio Dalla a anno dalla sua morte?
«Ero molto giovane, avevo avuto successo con “Un’emozione da poco” e lui volle collaborare con me. All’epoca si collaborava e ci si riconosceva tra artisti, una cosa che ora non c’è più. Poi, ho seguito la carriera di Lucio notando come non abbia mai perso la voglia di darsi agli altri».
È vero che prima di fare un concerto lei vuole essere sicura il teatro sia sufficientemente lontano dai cimiteri?
«È vero ma questo vale per tutto, non solo per i concerti. Ci sono conoscenze che oggi le persone hanno perso e a cui gli antichi davano molta importanza. Un tempo i morti stavano con i morti e i vivi con i vivi. Noi abbiamo dentro un programma morte e un programma vita e quando ci avviciniamo alle zone in cui il programma morte è molto forte abbiamo questa parte di noi stimolata in modo molto forte. Ho una certa sensibilità che non mi permette di vivere queste energie. Oggi siamo arrivati a un punto in cui non c’è più nessuno che ha mezza conoscenza di tutto ciò. Quindi, si vive senza più le percezioni attivate, ovunque si vada uno non percepisce niente, poi sta male e comincia ad avere dei problemi».
Biglietti: 35 euro platea e 30 euro. In prevendita al Toniolo di Mestre.
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