Annie Girardot si è spenta a Parigi, aveva 79 anni
In lutto il mondo del cinema. Fu Nadia in «Rocco e i suoi fratelli»

ROMA.
«Era una donna perfetta, altrettanto straordinaria davanti e dietro la telecamera»: lo dice il regista Claude Lelouch, commentando la morte di Annie Girardot (nella foto con Visconti, Salvatori e Delon). L'attice si è spenta ieri a Parigi all'eta di 79 anni. Da tempo malata di Alzheimer, è morta «serenamente» nell'ospedale di Lariboisiere, secondo quanto riferito dalla nipote, Lola Vogel. La Girardot aveva riscosso fama internazionale nel 1960 per l'interpretazione della prostituta Nadia in «Rocco e i suoi fratelli». Tra i suoi film si ricordano, tra l'altro, «I compagni» (1963) di Monicelli, «La donna scimmia» (1964) di Ferreri, «Vivere per vivere» (1967) di Lelouch e «Metti una sera a cena» (1969) di Patroni Griffi. Nel 2003, forse sentendo l'urgenza di afferrare i ricordi prima che scomparissero, l'attrice aveva pubblicato una appassionante biografia, «Partir, revenir», partire, tornare. Poi Giulia, la figlia nata dall'amore con Renato Salvatori, rivelò il dramma nel libro «La Memoire de ma mere», la memoria di mia madre. «Faceva venire la pelle d'oca - dice Lelouch - forse è stata la più grande attrice del cinema francese del dopoguerra», ha aggiunto Lelouch. Il regista l'aveva diretta «Miserabili», il film che è valso il Cesar (l'oscar francese) nel 1996. Addolorata Claudia Cardinale: «Dopo lo choc per la morte di Mario Monicelli, ora Annie Girardot, è terribile».. Con lei aveva condiviso il set di «Rocco e i suoi fratelli» (1960) di Luchino Visconti. «Ho girato solo questo film con lei, anche se non avevamo nessuna scena insieme. Ci siamo viste tantissimo, anche nell'ultimo periodo quando stava male, quando non mi riconosceva. Mi abbracciava ma non sapeva chi fossi - ha continuato l'attrice - Questo è molto triste. Provo molto affetto per lei». La fama internazionale arrivò con l'interpretazione toccante di Nadia, la prostituta del film di Luchino Visconti con Alain Delon e Renato Salvatori, destinato poi nella realtà a diventare suo marito. Annie Girardot che pensava di diventare un'infermiera, ha rappresentato il cinema italiano e francese degli anni Sessanta e Settanta. Il suo debutto avviene nel'55 con «Tredici a tavola» di Andrè Hunebelle, film per il quale vinse il prix Suzanne Bianchetti. Nel 2002 viene premiata con il Cesar per la migliore attrice non protagonista per «La pianista» di Michael Haneke, con il quale torna a recitare quattro anni dopo in «Niente da nascondere». Nel 2008 il periodico francese rivelò la malattia di cui soffriva l'attrice, il Morbo di Alzheimer. La figlia Giulia Salvatori girò un documentario «La memoria di mia madre», nel quale vengono svelati il dramma della malattia e i retrosceni dell'ultimo set.
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