Antenna Iliad tra le case, scatta la rivolta dei residenti: costituito un comitato
A Vigodarzere monta la protesta contro la costruzione di una stazione radio base Iliad in via De Gasperi: comitato contro l’antennone da 25 metri

Quella antenna non s’ha da costruire. Sono sul piede di guerra contro la costruenda stazione radio base su un’area privata, che prevede un torrione alto 25 metri tra le abitazioni in via De Gasperi, alcuni cittadini di Vigodarzere che – preoccupati anche delle conseguenze che l’impianto può avere pure sul valore degli immobili – hanno formato il comitato spontaneo “No Antenna Iliad”.
A raccogliere le rimostranze dei residenti di via Da Gasperi e non solo, appena è stato attivato il cantiere, è stata Rossella Salvan. «I cittadini sono arrabbiati e si sentono impotenti e abbandonati dalle istituzioni che dovrebbero tutelarli e gestire il territorio come il buon padre di famiglia», afferma Salvan.
Continua: «Gli immobili che si trovano in quell’area se il torrione verrà realizzato perderebbero di valore, per non parlare dell’impatto negativo dell’antenna sul paesaggio e dei danni a lungo termine che le emissioni elettromagnetiche potranno creare alle persone e delle quali si sa ancora molto poco».
«Molto presto aprirò la finestra della camera da letto e vedrò l’antenna, quando uscirò in giardino l’avrò sempre sopra la testa», aggiunge Sara Bezze che abita a ridosso della nuova antenna. «È una cosa a dir poco sgradevole ma lo è ancora di più la consapevolezza che nulla o poco si può fare per opporsi a questa oscenità». La portavoce del Comitato fa sapere che nessuno è stato avvisato della nuova stazione radio base.
«Non crediamo che una cosa del genere possa essere resa nota ai cittadini tramite una semplice pubblicazione sul sito comunale», aggiunge Salvan. «Purtroppo come cittadini ci si trova a cose fatte e con le armi spuntate, in presenza di leggi e normative che a tutti gli effetti non li tutelano».
Nonostante siano di fronte ad una battaglia difficile, i residenti di via De Gasperi sono decisi ad andare avanti e a tentarle tutte per bloccare quello che definiscono “uno scempio” per il territorio. «Procederemo con una raccolta firme perché rimanga traccia della nostra contrarietà all’opera», conclude Salvan. «Il valore della dignità e del rispetto da parte di una comunità, si riassumono in 10 mila euro all’anno del canone che il gestore riconosce per l’occupazione del suolo. Troppo spesso con leggerezza e senza conoscere le conseguenze i privati si lasciano allettare dalle cifre offerte e permettono il sorgere di antenne in spazi privati».
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