Rubano, la sindaca stoppa l’antennone: «È vicina a luoghi sensibili»
A un centinaio di metri ci sono il distretto sanitario e una comunità terapeutica. Il Comune non può impedire l’installazione ma chiedere il rispetto delle norme

Il Comune di Rubano ha deciso di “resistere” alla nuova antenna che sorgerà su un terreno privato in via Vernise Frascà: non può opporsi, in quanto le antenne sono considerate un servizio primario e nulla possono i Comuni per impedirne la posa sui loro territori.
Tuttavia, a guardare bene l’istanza presentata dal gestore, ha notato una discrepanza con la realtà. Arpav, infatti, ha dato parere favorevole all’installazione dell’antenna perché il gestore ha affermato che entro un raggio di 300 metri non esistevano luoghi definiti “sensibili”. Invece a un centinaio di metri, in via Spinelli, ci sono il distretto sanitario e la comunità terapeutica residenziale protetta Itaca, dedicata a pazienti con problemi di salute mentale.
Lo ha reso noto direttamente la sindaca Chiara Buson nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale. D’altronde la prima cittadina non ha mai fatto mistero della sua contrarietà alle antenne in mezzo ai luoghi residenziali ed è stata proprio lei, nel corso dell’assemblea consiliare dello scorso novembre, a rendere noto l’arrivo di questa nuova antenna.
«A fine ottobre è arrivata la richiesta di installazione di questa stazione radiobase», dichiara la sindaca Buson, «su un terreno privato, corredata dal parere favorevole da parte della Polizia locale e di Arpav. Pur consapevoli che i Comuni non possono decidere nulla in materia, abbiamo incontrato i residenti della zona, legittimamente arrabbiati e scontenti.
Successivamente mi sono interfacciata con i referenti territoriali del gestore di telefonia, chiedendo la possibilità di arretrare l’antenna di un centinaio di metri rispetto alla posizione scelta, che è la curva di via Vernise Frascà; la zona individuata e le dimensioni dell’infrastruttura crediamo possa portare solo un danno alla nostra comunità. Ma il gestore ha rifiutato la proposta, non essendo interessato a modificare il suo progetto».
Prima di gettare la spugna il Comune ha deciso di giocare un’ultima carta: nella domanda che il gestore ha presentato ad Arpav, risultava che non ci fossero luoghi sensibili nelle vicinanze del sito di installazione. Per luoghi sensibili si intendono, ad esempio, scuole, parchi gioco, strutture sanitarie.
«Invece ci sono la comunità terapeutica» precisa la sindaca, «e il distretto sanitario, che diventerà casa di comunità con medico di medicina generale, l’infermiere di famiglia, l’ambulatorio infermieristico, l’assistenza domiciliare, il consultorio e il punto prelievi. Tutti abbiamo il telefonino e chiediamo velocità di navigazione in internet sempre maggiori; però ci sta a cuore salvaguardare la salute dei nostri cittadini». Alla luce di questa discrepanza di dati, il Comune ha richiesto ad Arpav un’integrazione della perizia.
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