Anziani fanno causa alla banca: «Non ci rimborsa le sue azioni»

PORDENONE. Una coppia di anziani da due anni chiede invano di vendere le azioni della banca e ora si appella alla magistratura. Appuntamento a palazzo di giustizia di Pordenone il 27 ottobre, davanti al giudice Maria Paola Costa.
La coppia rivuole gli 87 mila euro che aveva investito in azioni di Banca popolare di Cividale. Li rivuole perché l’età è avanzata e la salute fragile, per curarsi all’estero, «perché ci sentiamo presi in giro», perché non intende più investire in azioni dopo avere perso tutto ciò che aveva in Veneto Banca, «mentre quando abbiamo restituito le azioni di FriulAdria siamo stati subito liquidati».
Gli anziani sono contitolari di 4 mila 439 azioni depositate nella filiale di Porcia, acquistate a più riprese tra il 2007 e il 2008. A settembre di due anni fa la comunicazione all’istituto di credito: «Abbiamo necessità di monetizzare l’investimento».
La banca fece presente che gli ordini di vendita, in base al regolamento di negoziazione delle azioni ordinarie della stessa, «potevano essere dati per quantità non superiori a 2 mila azioni e che il prezzo doveva essere predeterminato dall’ultima assemblea della banca in sede di approvazione del bilancio», si legge nell’atto di citazione.
Il 23 settembre 2015 venne impartito l’ordine scritto di vendita di 2 mila azioni a 19,60 euro: «A tutt’oggi l’ordine non è stato eseguito». La coppia contesta una presunta «inadempienza ad obblighi come quello di informare i clienti e di non fargli eseguire operazioni inadeguate» e una profilazione «che non corrisponde alle caratteristiche reali».
Dai questionari risulterebbe che gli ottantenni avrebbero avuto «un’alta propensione al rischio e un elevato grado di conoscenza di strumenti monetari, titoli di stato, obbligazioni societarie, titoli azionari» e via dicendo, «operando frequentemente in tutti gli strumenti finanziari citati». La controparte attacca: «Una profilazione che non corrisponde al vero». Il risparmiatore ha 82 anni, è in cattive condizioni di salute, ha un diploma di scuola professionale, è un ex agente di commercio; la risparmiatrice ha un anno di meno, ha la licenza elementare e ha sempre fatto la casalinga.
Gli anziani porteranno al giudice tre contestazioni: «Inadeguatezza dell’operazione di acquisto; alto rischio, in quanto la somma è stata investita solo in quelle azioni; carenza di informazione».
Anziché vendere le azioni «e tornarci i soldi – dicono i risparmiatori – la Banca ha concesso una linea di credito in relazione alla quale paghiamo cospicui interessi».
Scrive la banca, l’11 marzo 2016, ai clienti: «L’ordine di vendita del 23 settembre 2015 è inserito nel sistema di scambi ed è ancora in fase di negoziazione». Le tempistiche «dipendono dalla quantità e presenza di corrispondenti richieste d’acquisto nel sistema scambi».
Fallito il tentativo di mediazione davanti all’organismo di mediazione forense di Pordenone, la pratica passa tra pochi giorni al tribunale civile, che deciderà il da farsi.
Dal canto suo, l’istituto di credito, attraverso l’avvocato Massimo Quargnolo, precisa: «Le azioni della Banca Popolare di Cividale ora sono quotate su un mercato regolamentato, in regime Mtf, sistema multilaterale di negoziazione e quindi le vendite avvengono in questo mercato, nel rispetto della normativa di settore».
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