Aperol, compie cent’anni l’invenzione padovana che fa brindare il mondo

Nel 1919 i fratelli Silvio e Luigi Barbieri lo crearono dopo un viaggio a Parigi La presentazione ufficiale in occasione della prima fiera campionaria di Padova
FERRO- AGENZIA BIANCHI - PADOVA - spritz in piazza dei signori
FERRO- AGENZIA BIANCHI - PADOVA - spritz in piazza dei signori

PADOVA. L’aperitivo globale compie un secolo e sono cent’anni di brindisi. Tanti auguri Aperol, invenzione padovana che con il suo arancione dolciastro ha saputo tenere testa al milanese Campari e conquistare intere generazioni, dalle piazze all’ombra di palazzo della Ragione fino al Greenwich Village di New York, passando per piazza Duomo a Milano e Soho a Londra. E anche se c’è chi ne violenta la natura popolare sparando 8 euro a bicchiere, il ciclone a base di china, rabarbaro e genziana non conosce crisi. Ma se Aperol Spritz oggi è conosciuto in tutto il mondo è soprattutto grazie all’intelligenza di due fratelli che hanno saputo capire un’esigenza della società destinata a perpetuarsi fino a diventare “rito” collettivo. Il grande merito di Silvio e Luigi Barbieri, padri dell’Aperol che oggi viene servito in tutto il mondo, è di aver capito prima di altri il valore sociale della chiacchierata in piazza con il bicchiere in mano.



l’invenzione

È la storia di un’azienda, anche. Una realtà che negli anni migliori dava lavoro a 80 persone. Storia e leggenda, a tratti si fondono facendo compiere un salto indietro nel tempo, addirittura fino ai primi del 1800, dove un abate dell’abbazia di Praglia insegna al nipote Luigi i segreti dei monaci nel preparare i liquori. Ma è Giuseppe Barbieri, nel 1880, a 25 anni, a lasciare il paese natale Este per aprire a Padova in via Tommaseo 17 il primo laboratorio liquorista. Il momento era favorevole, i prodotti buoni. L’azienda diventa industria e nel 1912 il testimone passa ai figli Silvio (1883–1957) e Luigi (1885-1947). Il prodotto di punta è Ovos, un liquore allo zabaione preparato con tuorli d’uovo e vino marsala. C’è anche il liquore del Santo, proprietà esclusiva dei fratelli Barbieri, con la Basilica stilizzata nell’etichetta e l’effige di Sant’Antonio. “Una zolletta di zucchero imbevuta di liquore Sant’Antonio è un ottimo sedativo prima di coricarsi”, è il suggerimento stampato su ogni bottiglia. Questi sono anche gli anni di Gasparre Campari e del suo aperitivo rosso a media gradazione: nel 1904 a Sesto San Giovanni nasce il primo stabilimento e la crescita della società è immediata.



“Aperò”

Per i Barbieri, invece, la svolta arriva nel 1919. Silvio torna a Padova dopo un periodo trascorso a Parigi, dove conosce quella che sarà la sua futura moglie e dove vede i francesi bere qualcosa che chiamano aperò: un liquore a base di erbe, a bassa gradazione, 11 gradi appena. Il fratello Luigi, invece, trascorre qualche mese a Cortina per curarsi dai gas asfissianti della guerra e lì inizia a fare qualche esperimento con le erbe. Quando si ritrovano a Padova uniscono idee e conoscenze e creano questo liquore a base di erbe aromatiche e agrumi, con un pizzico di assenzio per togliere il leggero retrogusto amarognolo. Nasce così Aperol, che viene presentato ufficialmente a giugno del 1919 in occasione della prima fiera campionaria, organizzata da sei imprenditori locali tra cui Silvio Barbieri.


gli stabilimenti

Nel 1943 il primo storico stabilimento viene raso al suolo dai bombardamenti. Tre anni più tardi viene costruita la nuova sede, in via Gattamelata, dove ora c’è il supermercato Despar. L’Aperol è sempre più richiesto, l’azienda cresce e inizia il processo di successione. Ci sono le figlie di Silvio, che si chiamano Virette e Anita. E poi il figli di Luigi: Lidia, Giuseppe, Silvana, e Mario. Quest’ultimo prende il timone e porta l’azienda al massimo. Nella gestione subentra poi anche Francesco Perissinotto, figlio di Anita, che per un periodo riveste il ruolo di amministratore.

le cessioni

Nel 1991, con un fatturato di 30 miliardi di vecchie lire, il pacchetto azionario viene definitivamente ceduto, tramite la controllata Barbero vini di Canale d’Alba, alla società irlandese Cantrell&Cochrane del gruppo multinazionale Allied Lions. Mentre nel 2003 è Campari a rilevare tutto, diventando leader mondiale degli aperitivi. —


 

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