Appello al ministro contro i tagli all'inaugurazione dell'anno accademico
PADOVA. Nel rapporto sullo stato d’ateneo non ha mancato di apostrofare il 2012 come l’annus horribilis del Bo: il rettore Giuseppe Zaccaria, incassato un taglio ministeriale di otto milioni e mezzo di euro per l’anno appena concluso, non nasconde il timore a fronte delle prossime sfide che dovrà affrontare l’Università di Padova, che oggi celebra l’anniversario numero 790 dalla sua fondazione. Per il 2012 il magnifico teme un’ulteriore decurtazione del 5,53 per cento.Ospite d’onore dell’evento -in programma alle 16 in aula magna - il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) Francesco Profumo. Zaccaria spera in un’inversione di rotta, dopo anni di “medioevo accademico” imposti da Maria Stella Gelmini.
Il magnifico chiederà al neotitolare del dicastero del Miur di puntare sull’istruzione universitaria quale «fattore strategico di rilancio per il sistema-Italia». Giuseppe Zaccaria, presenterà a Profumo un’istantanea del Bo, stretto tra tagli e l’applicazione della riforma Gelmini. Il 2012 infatti sarà l’anno della rivoluzione: spariranno le facoltà ed il potere gestionale finirà nelle mani dei nuovi 32 dipartimenti. Un cambio epocale che non ha mancato di creare tensioni all’interno del corpo docente e del personale tecnico amministrativo.
Ma l’ateneo di Padova si appresta a fare i conti con altri nodi cruciali: salvaguardare i propri investimenti strategici facendo quadrare bilanci di anno in anno sempre più magri. Il Bo ha ereditato progetti edilizi milionari, dalla riqualificazione dell’Orto Botanico alla Cittadella dello studente (il cui costo è lievitato negli anni), fino al Fiore di Botta e al nuovo polo di Lettere: strutture progettate prima che il Paese crollasse nella crisi economica ed ora sulle spalle dell’ateneo.
Ed ecco che con poco denaro a disposizione il Bo rischia di fare la parte di Cenerentola nella partita del nuovo ospedale, per ora nelle mani di Regione, Provincia e Comune. Poi la questione adeguamenti: il patrimonio edilizio dell’Università ha bisogno di ristrutturazioni, ma il capitolo di spesa dedicato non riceve un centesimo da anni. L’Università fa i salti mortali per far quadrare i conti, per salvaguardare la qualità della ricerca, della didattica e dell’internazionalizzazione, investendo fondi propri dove mancano finanziamenti ministeriali. Ma se la questione economica impensierisce Zaccaria, ci sono altre questioni “politiche” che non mancano di creare grattacapi ai vertici del Bo. La battaglia di Medicina per mantenere la propria autonomia, quella di Economia per salvaguardare la propria eccellenza: tensioni cui si è aggiunta da pochi giorni la querelle con Vicenza, che accoglierebbe braccia aperte un pool di ingegneri aerospaziali padovani, “esuli” volontari dal Bo post riforma.
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