Apre un nuovo bazar accanto al «Giotto»

Prezzacci all’Ina market in via Venezia, commercianti infuriati
Di Elvira Scigliano
BARSOTTI - NEGOZIO CINESE VIA VENEZIA
BARSOTTI - NEGOZIO CINESE VIA VENEZIA

La strategia del nuovo centro commerciale cinese, aperto in via Venezia 58, tra l’ingresso del Brico e quello del centro Giotto, si spalma sulla città come miele per le api.

Si chiama «Ina market», vende abbigliamento, calzature, pelletteria, bigiotteria, casalinghi, prodotti per la pulizia della casa, prodotti per Fido e altro, e ha inaugurato gli spazi in via Venezia con le vetrine già tappezzate da saldi al 70%. E questa è stata la mossa numero uno sulla scacchiera pubblicitaria cinese.

La seconda, già in calendario, quella con il botto, era prevista per gennaio: grande buffet (specificato “per tutti” sul volantino pubblicitario) il 18, 19 e 20 gennaio, sconti a tutta forza da 30% a 70% e in regalo, per ogni spesa superiore ai cinque euro, una confezione di detersivo “Sole piatti” (8 mila pezzi disponibili).

Tra i banchi e in cassa, naturalmente, solo cinesi: tutti giovanissimi e con perfetta padronanza dell’italiano. Gli orari sono votati all’apertura senza pause: tutti i giorni, da lunedì a domenica, appunto, dalle 9 alle 20.30, senza sosta.

La curiosità della clientela in pochi giorni si è fatta scoppiettante: tutto merito dei prezzi, scontati da un minimo del 20% ad un massimo del 51% rispetto ai negozi vicini. Si trattasse solo di prodotti sfacciatamente “made in China” o che si possa sospettare di provenienza rigorosamente cinese (magari del vicino Centro ingrosso), non sarebbe una grande novità. Invece, tra gli scaffali, si riconoscono i marchi e i loghi delle aziende più note. Qualche esempio: il bagnoschiuma “Dove” da 500 ml, che già scontato è venduto a 2,99 euro, all’Ina Market gode di un ulteriore ribasso del 33%, e costa 1,99 euro. Il sapone per le mani “Fresh&Clean” da 300 ml si compra a 0,89 euro, con il 40% di sconto rispetto alla media dei punti vendita cittadini. I pannolini “Pampers” per bebè costano 13,90 euro contro i 16,90 euro di altri negozi, dunque il 18% in meno. Per il settore casa poi, dalle scope agli stendibiancheria fino alle mollette, lo sconto non è meno del 40%. Mentre il set tappeti per casa (cucina, bagno, zerbino) è quasi regalato: 4,90 euro per tre pezzi, per la serie paghi uno prendi tre. Non sono da meno cartoleria e “mondo Fido”: anche qui prezzi tagliati del 50% rispetto alla concorrenza. Il negozio è diviso in due aree: da una parte l’abbigliamento uomo-donna-bambino e dall’altra, prodotti casa e merceria. Se quest’ultimo dà indubbia prova di convenienza, il primo non è da meno perché sfoggia i saldi del periodo “svendendo” maglie, pantaloni e borse a 10 euro. L’apertura, in sordina per il quartiere, non è sfuggita alla polizia municipale che, negli ultimi giorni, piantina del negozio alla mano, sta effettuando tutti i controlli possibili. Fino ad oggi solo un appunto sulle autorizzazioni dell’insegna: i cinesi hanno tempo fino a domani per mettere le cose a posto. Mal di pancia e malumori invece si concentrano tra i commercianti attorno al centro cinese: i nuovi arrivati non sono accolti con grande simpatia. Pochissimi quelli che sperano in un volano per la zona. I più, e in particolare i negozianti del centro Giotto e il personale del Brico, mormorano a denti stretti perché – dicono – di questi tempi «ci mancava solo la concorrenza sleale dei cinesi che riescono a vendere a prezzi per noi, tra tasse, dipendenti e scartoffie, impossibili da sostenere».

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