Aps Holding, tagliati i fondi: «A rischio gli stipendi di 550 dipendenti»

PADOVA. «Se la Regione non farà arrivare nelle casse di Aps Mobility i soldi già stanziati ed approvati nel bilancio di previsione 2012 per il trasporto pubblico Locale, il prossimo 26 maggio non potrò pagare gli stipendi ai 550 dipendenti. In estate sarò costretto a tenere il tram ed i bus fermi in garage e, come tutte le altre aziende venete, anche la nostra municipalizzata rischierà la bancarotta». A parlare cosi è Amedeo Levorato, presidente dell’Aps, stanco di protestare, quasi ogni giorno, con la giunta regionale, guidata da Luca Zaia e nello specifico con l’assessore alla mobilità, il pidiellino Renato Chisso. E questa volta il presidente va giù di brutto. «Quest’anno il ritardo dei pagamenti in bilancio ha dell’incredibile», prosegue Levorato, «nel 2012 , sino ad oggi, in tutto il Veneto, i bus delle aziende del Tpl hanno già percorso 80 milioni di chilometri e dalle casse della Regione non è ancora arrivato un euro. In pratica stiamo lavorando con i soldi che le banche ci anticipano, ma con un tasso d’interesse intorno all’8%. L’anno scorso la Regione distribuì 268 milioni. Nel 2012 i soldi in arrivo sono scesi di altri 15 milioni. Al momento sono 253. Sono, però, ancora tutti quattrini virtuali perché le nostre casse sono ancora vuote. L’Aps Mobility, ad esempio, dovrebbe avere circa 9 milioni di euro, ma sino ad oggi non è arrivato neanche un acconto».
In una lettera pubblica, spedita al nostro giornale, il presidente, poi, spiega anche gli effetti del mancato arrivo dei finanziamenti statali attraverso la Regione. «A questo punto nel Veneto sono a rischio minimo 6.000 addetti diretti del settore, che salgono a 15.000 se si tiene conto dell’indotto, tra cui ci sono anche i fornitori del gasolio, cresciuto, in un solo anno, del 20%. Siamo alla follia politica. Come fa un ente pubblico come la Regione ad impiegare così tanto tempo per farci pervenire i soldi già stanziati? Eppure nella nostra regione oltre un milione di utenti al giorno si serve del trasporto pubblico e le aziende del settore, nel rapporto tra costi e ricavi da biglietti ed abbonamenti, raggiungono circa il 50% mentre la media nazionale è ferma al 30%.»
Naturalmente, a Padova, lo stesso discorso dell’Aps Mobility vale anche per BuSitalia( ex Sita). Anche nelle casse dell‘azienda, oggi di totale proprietà delle Ferrovie dello Stato e guidata dall’ad Luciano Grazzini, non ci sono soldi a sufficienza per far correre i bus in provincia e nelle province limitrofe. Anche il sindacato regionale di categoria si trova d’accordo con le parole, nude e crude, del presidente Levorato. «Ogni anno è la solita storia», spiega Ilario Simonaggio, segretario della Filt-Cgil, «anzi in questi primi cinque mesi del 2012 la situazione è peggiore rispetto a quell’anno scorso. Ancora meno soldi stanziati da parte della Regione ed ancora una volta con in prima fila l’assessore regionale ai trasporti, Renato Chisso, che continua a fare solo quello che ha in testa lui, senza avvisare il sindacato di categoria e senza tenere conto delle osservazioni delle forze politiche presenti a Palazzo Ferro Fini. Un esempio per tutti: l’anno scorso, dopo ripetute sollecitazioni, si era deciso ad istituire una commissione tecnica specifica, che si è riunita più volte per esaminare tutti i problemi regionali legati alla distribuzione delle risorse disponibili. Ebbene quest’anno sembra che non voglia più tener conto delle decisioni dei tecnici ed ha già comunicato che i criteri di ripartizione dei fondi saranno, più o meno, gli stessi degli anni passati».
Felice Paduano
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