Arcella, ecco la mappa del degrado

Da Borgomagno a via Berti: le lettere d’allarme dei residenti al centro del dibattito nella commissione del CdQ Nord
SCURA - CAMPO NOMADI VIA FERRERO
SCURA - CAMPO NOMADI VIA FERRERO

ARCELLA. Martedì prossimo, alle 21, nella sala del Consiglio di quartiere Nord, in via Curzola, si riunirà la Commissione sicurezza, coordinata da Luca Piccoli. All’ordine del giorno la pubblicazione delle lettere dei cittadini del quartiere, imbucate, quasi sempre in forma anonima, nelle tre casette per la sicurezza, allestite all’interno del bar Glamour, alla cantina di Margherita e all’ex casetta del Dazio, a Pontevigodarzere.

Tra i problemi più importanti da risolvere, segnalati dai cittadini, ci sono quelli relativi ai bivacchi, sia diurni sia notturni, di numerosi disperati che vivono nei ruderi dei capannoni senza tetto dell’ansa Borgomagno; al ritorno dello spaccio di droga in via Berti, a San Carlo; alla presenza di alloggi precari, all’incrocio tra le vie Vivarini e Romano e, infine, al problema ancora irrisolto dei nomadi che si sono accampati, già due anni fa, in via Antonio Ferrero, la strada che, a Pontevigodarzere, costeggia l’autostrada. Capannoni dismessi. Rappresentano la vergogna dell'altra Padova. L’immagine negativa della città che si ostina a non cambiare anche perché, da decenni, vecchi e nuovi amministratori si sono ostinati a portare avanti progetti faranoici e spesso inutili, non sempre condivisi da tutti, invece di riqualificare e riorganizzare l’esistente, abbandonato da oltre 40 anni.

«Ho effettuato un sopralluogo proprio ieri mattina – osserva Luca Piccoli – Mi sono vergognato di essere padovano nel vedere che quest’amministrazione fa finta di non vedere quale mondo illegale si nasconde dietro quei ruderi. Si parla solo di Auditorium e Centro congressi e, poi, i governanti di Palazzo Moroni non fanno assolutamente niente per mettere in atto i progetti di rinascita di quell’area».

VIA BERTI. Nella zona a ridosso della chiesa di San Gregorio Barbarigo, dove i parrocchiani, sei mesi fa, avevano messo anche il filo spinato per tenere lontano i tossicodipendenti, è tornato alla grande lo spaccio della cocaina e dell’eroina. «Abbiamo già segnalato il ritorno degli spacciatori sia al Consiglio di Quartiere 2 sia in Questura - osserva Orazio Marcon, presidente dell’Associazione «Arcella, un quartiere, una città» -. Il questore fa benissimo ad espellere dalla città centinaia di spacciatori, quasi tutti tunisini. Peccato, però, che chi viene inviato nei centri d’identificazione di Bologna e Gradisca d’Isonzo, viene subito sostituito da altri delinquenti, spesso ancora freschi di galera, tra cui anche minori».

VIA ROMANO. In una palazzina di tre piani ci sono appartamenti dove, in una stanza, vivono anche 8-10 persone, in genere, bengalesi, cingalesi, indiani e pakistani, che lavorano nei ristoranti etnici, come fruttivendoli o vendono fiori per strada. «Anch’io - osserva Giovanni Marini - ne ho visto di tutti i colori, ma mai mi è capitato di vedere il degrado che si è creato in alcune zone della città. Quando Zanonato e Carrai si decidono ad inviare i vigili in questi alloggi-ghetto per controllare le condizioni di vita di tutta questa povera gente. Lo sa il Comune che questi stranieri si sfruttano tra di loro? Uno comanda e gli altri vivono con poche centinaia di euro al mese?»

VIA FERRERO. A due anni di distanza, il piccolo accampamento di nomadi presente sul lato ovest della strada che costeggia l’autostrada non è stato smantellato. E’ un campo ballerino. A volte ci abita solo una famiglia bosniaca. Altre volte compaiono, all’improvviso, altre 5-6 roulotte.

Felice Paduano

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:arcella rinasce

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova