Arcella multietnica, via Aspetti il simbolo: quattro negozi su dieci gestiti da stranieri
PADOVA. Cinque giorni fa, al civico 279 di via Tiziano Aspetti, l’arteria principale dell’Arcella, vicino al Bingo, ha aperto i battenti un nuovo supermercato gestito da un commerciante cinese. In pratica il nuovo drugstore per la casa con le lanterne rosse davanti ha preso il posto del negozio di abbigliamento Arcobaleno, che ha gettato la spugna pochi mesi fa dopo essere stato, per decenni, uno dei negozi più belli dell’Arcella. A questo punto, lungo via Tiziano Aspetti, che inizia dall’incrocio con il cavalcavia Borgomagno e termina all’angolo con via Ansuino da Forlì, tra negozi e locali pubblici legati al food (bar, ristoranti, fruttivendoli, kebab e pizzerie) i gestori stranieri salgono a quota 31, mentre quelli italiani sono fermi a 48. Insomma, 4 attività commerciali su 10 fanno capo a stranieri. E delle 31 attività nelle mani degli immigrati, di prima e seconda generazione, 15 sono i locali pubblici veri e propri.
Locali conosciuti
Tra i locali a gestione straniera alcuni sono abbastanza conosciuti anche tra gli italiani, leggi la pizzeria per asporto Pizza Flash, guidata dal bangla Mohamed Helal, l’Osteria Arcella, gestita da un ristoratore cinese, il negozio di ortofrutta, gestito da un marocchino, davanti alla fermata Arcella, e i bar Sottovento e Vittoria. Per il resto gli stranieri, nella stragrande maggioranza cinesi, hanno aperto supermercati per la casa (due nel tratto tra Borgomagno e via Minio), parrucchieri, centri per l’estetica, negozi per la riparazione dei computer e piccole sartorie. La particolarità, rispetto ai negozi e ai locali italiani è che quasi tutte le attività commerciali straniere sono aperte sette giorni su sette. Alcuni di loro sono gestiti con grande professionalità e con una buona situazione igienico-sanitaria. Altri, invece, si distinguono per una gestione commerciale approssimativa, superficiale e poco decorosa.
Limite
Tant’è che, in alcuni casi, sono frequentati solo da connazionali. Cosa fare per evitare che anche lungo via Tiziano Aspetti, in futuro, ci siano solo locali e negozi gestiti da immigrati? Non sono pochi quelli che vorrebbero che, sia in centro che all’Arcella, il Comune approvasse una delibera sul commercio sulla falsariga di quanto è avvenuto, già nel 2016, nel Comune di Firenze su proposta dello stesso sindaco, Dario Nardella, e in tanti altri Comuni italiani, tra cui a Palma Campania, in provincia di Napoli, Pistoia, Genova e, recentemente, Massa, in Toscana, con una delibera fatta approvare dall’assessore al commercio, Guido Mottini.
Patrimonio Unesco
Insomma in tutta una serie di Comuni dove gli amministratori, applicando le regole del Patrimonio Unesco approvate già dall’Unione Europea, hanno deliberato le nuove normative per limitare le aperture di nuove attività commerciali gestite dagli stranieri, in particolare per quanto riguarda i locali pubblici, collegati al food. —
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