Argento dalle lastre dei raggi Nuovo business in ospedale

OSPEDALE. In cerca di fondi
OSPEDALE. In cerca di fondi
 
In via Giustiniani c'è una miniera d'argento. Un «tesoretto» che verrà messo in vendita per rimpinguare le casse dell'azienda ospedaliera. Finiranno all'asta scintillanti pepite? Nemmeno per idea. Il direttore generale Adriano Cestrone punta a piazzare sul mercato chilometri di radiografie.
 Questo perché dalle lastre è possibile estrarre il prezioso metallo. Il bando di gara è già stato pubblicato: «si accettano proposte per accaparrarsi il materiale, offerte un tanto al chilo». La legge prevede che dopo dieci anni di deposito gli ospedali possano disfarsi delle decine di migliaia di lastre che «dormono» - inutilizzate ed inutilizzabili - negli archivi. Le alternative a questo punto sono due: buttarle come rifiuti speciali oppure tentare di venderle per far guadagnare un cospicuo gruzzolo all'azienda, risparmiando pure le spese di smaltimento. Ecco come materiale di scarto diventa una piccola miniera. Sono molte le aziende che sono interessate a comprare argento quasi a costo zero, ma dove trovarlo? Nei processi di sviluppo delle pellicole si producono sali d'argento. Una quantità infinitesimale se si considera la singola radiografia, che però diventa ragguardevole qualora le lastre siano decine di migliaia. L'azienda venderà al miglior offerente anche i contenitori in piombo di scarto prodotti dalla fisica sanitaria.  L'azienda ospedaliera, in tempi di vacche magre, sta tentando di razionalizzare, riorganizzare, guadagnare ove possibile. Un'iniezione da oltre mezzo milione di euro però può giungere anche da un benefattore. Un anziano morto nel 2009 (Ettore Smania) ha lasciato scritto nel proprio testamento che avrebbe donato una serie di immobili che sorgono a Stra all'azienda. Così è stato. Ora quelle case verranno vendute ed il ricavato sarà destinato al progetto «Padova heart», per lo sviluppo del cuore totale artificiale. (fa.p.)

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